Un recente comunicato del Ministero dell’Interno ha stabilito l’elenco dei Comuni commissariati per non aver utilizzato i fondi per i servizi sociali per il triennio 2021-2023.
I Comuni italiani hanno fatto significativi progressi nel potenziamento dei servizi sociali, raggiungendo l’86% degli obiettivi prefissati, come riporta un recente comunicato di Anci-IFEL. Nonostante questo traguardo, il Ministero dell’Interno ha reso noto un decreto in fase di pubblicazione, che avvierà il commissariamento di diversi Comuni che non sono riusciti a utilizzare tutte le risorse loro assegnate per il triennio 2021-2023. Queste risorse erano destinate a migliorare servizi cruciali come il sostegno sociale, gli asili nido e il trasporto scolastico per gli studenti con disabilità.
I Comuni commissariati per non aver utilizzato i fondi per i servizi sociali
Il commissariamento riguarderà specificamente i Comuni nelle Regioni a statuto ordinario, in Sicilia e in Sardegna, che non hanno impiegato interamente i fondi. Tuttavia, questa misura interesserà anche situazioni in cui il mancato utilizzo è stato minimo o dovuto a difficoltà concrete, come l’assenza di strutture o domanda, specie nei settori di servizi per l’infanzia e trasporto per studenti con disabilità.
Secondo i dati raccolti, i Comuni italiani hanno utilizzato l’86,24% delle risorse aggiuntive, pari a oltre un miliardo di euro (1.063 milioni) su un totale di 1.232 milioni assegnati, dimostrando un buon progresso rispetto agli obiettivi stabiliti. Le risorse non utilizzate rappresentano l’11,6% del totale, equivalenti a circa 143 milioni di euro, mentre un ulteriore 2,1% dei fondi (26,4 milioni di euro) è in attesa di completamento delle relazioni di rendicontazione.
Un elemento decisivo che ha permesso di preservare i fondi non utilizzati è stata la sentenza della Corte Costituzionale n. 71/2023. Questo pronunciamento ha infatti stabilito che tali risorse debbano essere destinate al miglioramento dell’offerta di servizi sociali piuttosto che restituite allo Stato. Sulla base di questo principio, è stato creato un meccanismo di supervisione che coinvolge direttamente i sindaci, i quali saranno incaricati di monitorare e incentivare il raggiungimento degli obiettivi mancanti. Sono coinvolti in questo processo ben 634 Comuni, che non hanno ancora completato le relazioni di rendicontazione, e 4.191 che hanno dichiarato un raggiungimento parziale degli obiettivi.
A chi restano i fondi non utilizzati?
Importante notare che, nonostante i commissariamenti, i fondi non utilizzati restano comunque nelle mani dei Sindaci nominati Commissari, i quali potranno impiegarli per realizzare gli obiettivi nel 2024 e negli anni successivi.
Tuttavia, c’è preoccupazione per i casi di importi minimi e residuali che, se non gestiti con flessibilità, rischiano di aggiungere burocrazia e rallentare l’avanzamento delle attività. Al Senato, infatti, è in discussione una proposta di emendamento avanzata dall’Anci, che ha raccolto ampio consenso e mira a escludere i casi di fondi minimi dal processo di commissariamento.
Infine, Anci e IFEL hanno annunciato il loro impegno nel trovare soluzioni alternative nel corso del 2025 per facilitare l’utilizzo delle risorse residue, soprattutto per quei Comuni di piccole dimensioni che faticano a impiegare i fondi in modo efficace. Questo percorso di adattamento punta a garantire che anche le realtà locali meno strutturate possano partecipare al miglioramento dei servizi offerti, confermando l’importanza dell’impegno collettivo per il potenziamento dei servizi sociali in tutto il territorio nazionale.