Il Piano strutturale di bilancio (PSB) 2025-2029, recentemente presentato dal governo italiano, ha sollevato non poche perplessità da parte dei Comuni, esplicitate durante l’ultima audizione parlamentare.


Questo documento, che costituisce il primo elaborato nel rispetto delle nuove norme dell’Unione Europea, traccia le linee guida della finanza pubblica per i prossimi cinque anni e sarà inviato alla Commissione europea per la valutazione.

Le nuove regole economiche europee, entrate in vigore di recente, stabiliscono che la programmazione del bilancio deve coprire un orizzonte temporale corrispondente alla durata della legislatura, ossia cinque anni. Tuttavia, il governo italiano ha deciso di estendere l’aggiustamento della finanza pubblica su un periodo di sette anni, legandolo alle riforme e agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Piano di bilancio 2025-2029: le preoccupazioni dei Comuni e le incognite per il futuro

Il PSB rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle precedenti politiche economiche europee, poiché supera le rigide regole del Patto di Stabilità e Crescita (PSC). Le nuove norme si concentrano sul medio periodo e integrano la pianificazione della spesa pubblica con le tendenze demografiche a lungo termine. In questo modo, la gestione della finanza pubblica viene allineata alle esigenze di crescita sostenibile e di riforme strutturali.

Nonostante ciò, i Comuni hanno espresso notevoli timori riguardo alle implicazioni del piano. Durante l’audizione alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera, i rappresentanti dei primi cittadini guidati dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) hanno sollevato dubbi sulla nuova governance economica introdotta dall’Accordo del 20 dicembre 2023 e sul modo in cui il PSB potrebbe influire negativamente sui bilanci locali. Sebbene il governo miri a mantenere la spesa pubblica entro un incremento massimo dell’1,5% annuo per rispettare i parametri sul debito e il deficit, i Comuni temono che ulteriori tagli possano gravare ulteriormente sui loro bilanci, già provati da anni di restrizioni.

Il ruolo dei Comuni e il peso della finanza locale

Secondo i dati Istat, i Comuni rappresentano oggi circa il 6,5% della spesa pubblica totale, ma hanno contribuito in misura molto maggiore al risanamento delle finanze statali. Durante l’ultimo decennio, il comparto comunale ha subito tagli significativi, con una riduzione delle risorse pari a circa 14 miliardi di euro. Per il periodo 2024-2028, è previsto un ulteriore taglio di un miliardo di euro ai bilanci comunali, mentre le Città metropolitane e le Province dovranno affrontare una riduzione di 300 milioni di euro.

Nonostante i sacrifici già fatti, il PSB non esclude ulteriori misure restrittive per gli enti locali. Tra le opzioni discusse, vi è un possibile aumento dei tagli obbligatori o lo spostamento di risorse dai bilanci correnti agli investimenti o alla riduzione del debito. Questo scenario è particolarmente preoccupante per i Comuni, che già affrontano margini di spesa ridotti e difficoltà finanziarie.

La necessità di un confronto tra governo e amministrazioni locali

I rappresentanti dei Comuni sottolineano l’importanza di un confronto aperto e preventivo tra governo e amministrazioni locali prima di adottare ulteriori misure restrittive. Essi chiedono un monitoraggio continuo e una valutazione d’impatto delle nuove regole di finanza pubblica, in modo da evitare che ulteriori restrizioni colpiscano in modo sproporzionato gli enti locali, già sottoposti a vincoli severi negli ultimi anni.

Particolare attenzione è stata posta sugli investimenti e sui servizi sociali, come l’istruzione e il sostegno alle emergenze locali, settori in cui i Comuni sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale. Le amministrazioni locali, infatti, sono state fondamentali nell’attuazione del PNRR e nella ripresa degli investimenti, e ulteriori tagli potrebbero compromettere questi progressi.

Verso un nuovo modello di gestione finanziaria

Nel contesto attuale, caratterizzato da risorse limitate e crescenti pressioni finanziarie, i Comuni chiedono al governo di adottare un approccio flessibile e basato su criteri specifici per ogni ente, anziché applicare misure uniformi e restrittive. Un modello che preveda una maggiore collaborazione tra i vari livelli di governo e un coordinamento efficace potrebbe evitare di aggravare le difficoltà finanziarie già presenti in molti enti locali.

Il PSB enfatizza la necessità di un ambiente favorevole agli investimenti e di una valutazione sociale nella definizione degli obiettivi economici. Tuttavia, rimangono numerose incognite su come queste priorità verranno tradotte in pratica e su come le amministrazioni locali potranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali senza subire ulteriori penalizzazioni.

In conclusione il futuro delle finanze locali dipenderà in gran parte dalla capacità del governo di gestire un dialogo costruttivo con gli enti territoriali e di trovare soluzioni equilibrate che non penalizzino ulteriormente le amministrazioni comunali, già provate da anni di sacrifici.

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