Vediamo cosa dice la normativa riguardo l’eventuale ritiro o richiamo dei prodotti alimentari dai supermercati.


Sempre più spesso capita che alcuni supermercati o marchi annuncino il ritiro di alcuni lotti di prodotti alimentari perché fallati o addirittura contenenti allergeni o batteri.

L’ultimo caso è avvenuto proprio negli scorsi giorni: alcuni lotti di marchi di uova sono stati ritirati per il rischio di salmonella.
Ma in questi casi, cosa possono fare i consumatori e cosa dice la normativa?

Vediamolo insieme.

Ritiro o richiamo prodotti supermercato: ecco cosa dice la normativa

Come sappiamo, soprattutto nel settore alimentare, è importante garantire la sicurezza e la salubrità dei prodotti venduti, in modo da salvaguardare la salute dei consumatori.
Nel caso in cui “saltino fuori” dei casi di non conformità di prodotti alimentari commercializzati, se ne occupano gli OSA.

Gli OSA sono gli operatori del settore alimentare e sono responsabili di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell’impresa alimentare posta sotto il loro controllo.

I loro compiti sono delineati dal Regolamento CE 178/2002:

  • Responsabilità principale per la sicurezza degli alimenti;
  • Mantenimento della catena del freddo per gli alimenti che non possono essere immagazzinati a temperatura ambiente in condizioni di sicurezza;
  • Applicazione delle procedure basate sui principi del sistema HACCP, insieme ad una corretta prassi igienica.

Se un prodotto con difformità viene messo in commercio, l’OSA ha l’obbligo di attuare una procedura di ritiro/richiamo del prodotto interessato. La comunicazione deve avvenire mediante cartellonistica nei punti vendita e sul portale del Ministero della Salute.

La pubblicazione dei richiami è gestita dalle Regioni competenti per il territorio, che ricevono la segnalazione dagli operatori, previa valutazione della Asl di competenza.
Il richiamo dei prodotti alimentari avviene per proteggere la salute dei consumatori e per prevenire eventuali rischi derivanti dal consumo di prodotti non sicuri.

Per poter ritirare un prodotto, è importante che questo sia rintracciabile e tracciabile, in modo da ricostruire velocemente la storia dell’alimento lungo la filiera agroalimentare.

La gestione operativa del sistema di allerta per alimenti destinati al consumo umano è disciplinata dall’Intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome del 13 novembre 2008.

Nel documento sono racchiuse le linee guida per la gestione operativa del sistema di allerta.

Che differenza c’è tra richiamo e ritiro?

Un prodotto alimentare con difformità può essere richiamato o ritirato.

Per “richiamo”, s’intende la serie di azioni messe in atto per ottenere la restituzione di un prodotto pericoloso che è stato già fornito e reso disponibile ai consumatori. Per la comunicazione, si coinvolgono le autorità, i mezzi di comunicazione e altre piattaforme, in modo da informare i consumatori.

Il “ritiro”, invece, è l’azione che impedisce la distribuzione e l’esposizione di un prodotto pericoloso o la sua offerta ai consumatori. La misura viene presa quando l’OSA ritiene che ci sia un pericolo o un’incertezza sulla sicurezza di un prodotto, che viene riportato in azienda.

Ritiro o richiamo prodotti supermercato: cosa possono fare i consumatori?

Come dichiarato dall’associazione di consumatori ADICONSUM:

“Se il prodotto viene ritirato dopo che è stato acquistato, il primo nostro ‘front office’ è il venditore. Bisogna quindi tornare dal venditore e chiedere a questo il rimborso. Dovrebbe essere diretto, poiché il venditore poi si farà rimborsare a sua volta dal produttore”.

Se, invece, sono i consumatori ad accorgersi che un prodotto non rispetta gli standard minimi per poter essere venduto si può inviare la segnalazione al Ministero dello Sviluppo Economico o a quello della Salute, in base al tipo di prodotto.

Esiste, inoltre, il Centro Europeo Consumatori Italia a cui ci si può rivolgere attraverso il sito www.ecc-netitalia.it.
Si tratta di un punto di contatto, voluto dalla Commissione europea, per dare informazioni al consumatore che si muove nell’Unione Europea.