Con l’ordinanza 17573/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che è onere del contribuente dimostrare che un avviso di accertamento fiscale non risulta valido ed è illegittimo.


I giudici hanno affrontato una questione cruciale riguardante l’onere probatorio del contribuente che contesta un avviso di accertamento fiscale per difetto di motivazione e di allegazione degli atti richiamati.

Il caso in questione riguarda un avviso di accertamento notificato a un individuo per l’anno d’imposta 2004, in cui l’Agenzia delle Entrate ha recuperato un maggior reddito imponibile ai fini Irpef. L’accertamento è stato basato su indagini bancarie che hanno rivelato tre movimentazioni non giustificate, compreso l’incasso di assegni, ritenendo che il contribuente fosse un “soggetto interposto” di una società a responsabilità limitata.

Tocca al contribuente dimostrare che l’accertamento fiscale non è valido

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per annullare un avviso di accertamento, il contribuente deve dimostrare non solo l’ignoranza degli atti richiamati, ma anche che il contenuto di tali atti è necessario per integrare la motivazione dell’avviso stesso.

La Corte ha precisato che il diritto del contribuente è limitato alla conoscenza della motivazione dell’atto impositivo e degli atti necessari a integrarla. Secondo i giudici, l’efficacia di un avviso di accertamento dipende infatti dalla conoscenza o dalla possibilità di conoscenza degli atti richiamati da parte del contribuente, purché il loro contenuto sia necessario a integrare la motivazione dell’atto stesso.

Quando l’avviso è già adeguatamente motivato, il richiamo ad altri atti assume un valore puramente narrativo. Per ottenere l’annullamento, il contribuente deve provare sia di non conoscere gli atti in questione, sia che il loro contenuto è indispensabile per completare la motivazione dell’avviso.

L’efficacia di un avviso di accertamento implica che il contribuente sia messo in condizione di comprendere appieno le ragioni della rettifica fiscale e di preparare un’adeguata difesa. Se l’avviso manca di motivazione adeguata o richiama atti non accessibili o non necessari, il contribuente può contestarne la validità.

Questa ordinanza chiarisce pertanto che il contribuente deve fornire prove concrete della necessità degli atti richiamati per integrare la motivazione dell’avviso di accertamento. La semplice mancata conoscenza non è sufficiente; è essenziale dimostrare che questi atti sono indispensabili per comprendere la motivazione dell’avviso.

L’efficacia dell’avviso di accertamento fiscale

L’efficacia di un avviso di accertamento fiscale è un tema di fondamentale importanza nel diritto tributario. Si tratta dell’atto formale con cui l’Amministrazione Finanziaria comunica al contribuente la rettifica dei redditi dichiarati e il conseguente ricalcolo delle imposte dovute. Per essere valido e efficace, un avviso di accertamento deve rispettare specifici requisiti formali e sostanziali.

Requisiti formali

  1. Notifica: l’avviso deve essere notificato al contribuente secondo le modalità previste dalla legge.
  2. Sottoscrizione: deve essere firmato dal funzionario competente.
  3. Contenuto: deve contenere l’indicazione dell’ufficio che emette l’avviso, l’anno d’imposta di riferimento, e l’importo delle maggiori imposte richieste.

Requisiti sostanziali

  1. Motivazione: la motivazione deve essere chiara e completa. Deve specificare i fatti e le circostanze che giustificano la rettifica dei redditi e il ricalcolo delle imposte. La motivazione può essere integrata da altri atti richiamati nell’avviso, purché questi siano accessibili al contribuente e necessari per comprendere appieno le ragioni dell’accertamento.
  2. Coerenza e completezza: tutti gli elementi necessari per la comprensione delle ragioni dell’accertamento devono essere presenti e coerenti.