Una recente decisione della Consulta ha destato notevole interesse nel panorama giuridico e fiscale del Paese, fornendo chiarimenti sull’ eventuale applicazione dell’Imposta Municipale Propria (IMU) agli immobili occupati abusivamente.
Attraverso la sentenza numero 60/2024, la Corte Costituzionale italiana Attraverso la sentenza numero 60/2024 si affronta una questione che ha suscitato dibattiti e riflessioni sull’equità del sistema fiscale municipale e sulla tutela dei diritti dei proprietari di immobili.
Vediamo quindi quali sono le implicazioni sui contribuenti dopo questa sentenza e le sue possibili ripercussioni nel contesto legislativo italiano.
Il giudizio della Consulta sull’applicazione dell’IMU sugli immobili occupati abusivamente
La Corte costituzionale ha dichiarato la parte dell’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, relativa all’Imposta Municipale Propria (IMU) sugli immobili occupati abusivamente e denunciati penalmente, come illegittima dal punto di vista costituzionale. Questa decisione risulta presa in seguito a una questione sollevata dalla sezione tributaria della Corte di Cassazione, la quale ha evidenziato una presunta violazione di diversi principi fondamentali, tra cui la capacità contributiva, l’uguaglianza tributaria, la ragionevolezza e la tutela della proprietà privata.
Secondo la Corte costituzionale, quando un immobile viene occupato in modo abusivo e il proprietario denuncia prontamente l’accaduto alle autorità penali, la capacità contributiva relativa a quell’immobile non può essere imputata al proprietario stesso, che è stato privato della disponibilità e del godimento del bene contro la propria volontà.
In sostanza, tassare un’immobile occupato abusivamente, nel caso in cui il proprietario abbia denunciato prontamente l’occupazione alle autorità competenti, significherebbe imporre un tributo su una ricchezza che il proprietario non può effettivamente godere o utilizzare.
Quando un immobile è occupato contro la volontà del proprietario e non può essere utilizzato o goduto da quest’ultimo, manca il presupposto fondamentale per l’applicazione dell’imposta municipale.
Pertanto, tassare in tali circostanze risulterebbe non solo ingiusto, ma anche irragionevole, poiché violerebbe il principio stesso alla base del sistema fiscale, che è quello di prelevare risorse da chi effettivamente possiede e gode di una ricchezza.
La Corte ha anche sottolineato che il legislatore ha già affrontato questa questione con l’articolo 1, comma 81, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, il quale esenta dall’IMU gli immobili non utilizzabili né disponibili per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria in relazione a specifici reati o per occupazione abusiva. Pertanto, la sentenza della Corte costituzionale ha effettivamente esteso retroattivamente l’applicabilità di questa norma.
Il testo della sentenza
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it