esclusione-concorso-pendenze-penaliLo sostiene il Consiglio di Stato in una recente sentenza: è illegittima l’esclusione automatica dal concorso per chi non dichiara le pendenze in corso in procedimenti penali.


Il principio di equità e accessibilità ai concorsi pubblici ha assunto una nuova luce grazie a una recente decisione del Consiglio di Stato. In questa sentenza, i giudii amministrativi hanno infatti ribadito che la mancata dichiarazione di procedimenti penali in corso non dovrebbe automaticamente escludere un candidato dal concorso pubblico, a meno che questa omissione non influenzi direttamente l’assegnazione di benefici.

Il caso

La situazione che ha dato origine a questa decisione è emersa da un contesto specifico legato a un concorso per un posto di agente di polizia locale presso un Comune. Nel corso della selezione, una candidata si era distinta raggiungendo la posizione di vertice nella graduatoria dei partecipanti. Tuttavia, il Comune ha preso la decisione di annullare la sua posizione di privilegio a causa di una circostanza che è emersa successivamente: la candidata non aveva dichiarato un procedimento penale pendente a suo carico.

Questa omissione nella dichiarazione ha suscitato controversie e ha portato alla revisione del caso da parte del Consiglio di Stato. La questione centrale riguardava se questa mancata dichiarazione fosse sufficiente per giustificare l’esclusione della candidata dalla selezione per il posto di agente di polizia locale.

Niente esclusione automatica dal concorso per chi non dichiara pendenze penali

La sentenza emessa dal Consiglio di Stato ha rappresentato un importante punto di svolta nel contesto delle pratiche di selezione nei concorsi pubblici, poiché ha ridefinito il modo in cui le omissioni o falsità nella dichiarazione dei candidati dovrebbero essere valutate e considerate nei processi decisionali.

Innanzitutto, la sentenza ha messo in evidenza il principio costituzionale di non colpevolezza, sottolineando che l’omissione della dichiarazione di procedimenti penali in corso non può essere automaticamente considerata come motivo di esclusione dal concorso. Questo principio sancisce che una persona è innocente fino a prova contraria e che non può essere considerata colpevole di un reato finché non è stata provata la sua colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Pertanto, escludere automaticamente un candidato dalla selezione basandosi semplicemente sull’omissione di un procedimento penale potrebbe violare questo principio fondamentale di giustizia.

Inoltre, la sentenza ha analizzato attentamente la normativa vigente al momento dei fatti e le successive modifiche, constatando che non c’era alcuna disposizione che prevedesse l’esclusione automatica dei candidati in caso di omissione di procedimenti penali in corso. Questo ha fornito una base legale per ribadire che l’omissione di tali informazioni non dovrebbe essere motivo sufficiente per escludere un candidato dal concorso.

Il Consiglio di Stato ha poi introdotto il concetto di valutazione della falsità nella dichiarazione in relazione al suo impatto effettivo sull’assegnazione dei benefici. Questo significa che la falsità o l’omissione nella dichiarazione devono avere un effetto diretto e tangibile sull’assegnazione del beneficio per giustificare l’esclusione del candidato. In altre parole, non è sufficiente che vi sia stata una falsità o un’omissione; è necessario dimostrare che questa falsità o omissione ha influenzato in modo sostanziale e determinante il processo decisionale del concorso.

Il testo della Sentenza

Qui il documento completo.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it