Il Governo apre alle nuove aliquote IRPEF a tre scaglioni: ecco quali saranno le novità previste dalla riforma approvata nell’ultimo Consiglio dei Ministri.


Su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, arriva infatti il via libera iniziale a un decreto legislativo che mette in atto il primo passo di una riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e di altre misure relative alle imposte sui redditi (legge 9 agosto 2023, n. 111).

Si tratta di un testo che si affianca alla Legge di Bilancio 2024 e alle misure per la riduzione della pressione fiscale negli enti territoriali, approvati ieri nello stesso CdM.

Questo decreto introduce norme che mirano a rivisitare il sistema di tassazione del reddito delle persone fisiche e a ridurre gradualmente l’imposta corrispondente, l’IRPEF, seguendo principi chiari:

  1. assicurare la progressività dell’imposta durante la transizione verso una singola aliquota d’imposta, mediante il riordino delle detrazioni dalla base imponibile, degli intervalli di reddito, delle aliquote d’imposta e delle deduzioni dall’imposta lorda.
  2. perseguire gradualmente l’equità orizzontale, applicando una zona di esenzione fiscale (no tax area) e un onere fiscale uniforme a tutte le tipologie di reddito, con particolare attenzione all’uguaglianza tra redditi da lavoro dipendente e redditi da pensione.

Riforma delle aliquote IRPEF per il 2024

Il decreto introduce disposizioni che ridisegnano, solo per il 2024, le aliquote e gli intervalli di reddito utilizzati per calcolare l’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche.

Le modifiche includono:

  • una tassazione al 23% per i redditi fino a 28.000 euro
  • un’aliquota del 35% per i redditi superiori a 28.000 euro ma inferiori a 50.000 euro
  • e un’aliquota del 43% per i redditi che superano i 50.000 euro.

Inoltre, per il 2024, viene incrementata la detrazione prevista per i titolari di redditi da lavoro dipendente (escludendo quelli da pensione) e per alcune categorie di reddito fino a 15.000 euro, portando la soglia di non tassazione a 8.500 euro, allineandola con quella già in vigore per i pensionati. Questo comporta anche alcune modifiche nei requisiti per il trattamento integrativo per i lavoratori dipendenti, assicurando il mantenimento delle condizioni attuali.

Inoltre, sono state apportate modifiche per assicurare la coerenza tra le addizionali regionali e comunali all’IRPEF e i nuovi intervalli di reddito.

Riforma delle detrazioni fiscali

Per il 2024, è prevista una riduzione di 260 euro della detrazione complessiva per le spese sostenute dai contribuenti con un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, fatta eccezione per le spese sanitarie.

Maggiorazione dei costi deducibili in caso di nuove assunzioni

In attesa della completa attuazione della revisione delle agevolazioni fiscali alle imprese, il decreto introduce incentivi per le nuove assunzioni, a partire dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023 (anno 2024 per le aziende con anno fiscale coincidente con l’anno solare).

Questi incentivi si applicano ai titolari di reddito d’impresa, imprese individuali (compresi i membri di aziende familiari), società di persone e simili, nonché ai professionisti autonomi. Le agevolazioni richiedono che l’attività sia stata esercitata per almeno 365 giorni nel periodo d’imposta 2023 e che l’impresa sia in condizioni normali. Non sono ammesse aziende in liquidazione o in situazioni simili.

Infine le nuove assunzioni prevedono ulteriori incentivi per categorie di dipendenti considerate particolarmente vulnerabili, tra cui:

  • lavoratori svantaggiati
  • persone con disabilità
  • minori in situazioni familiari difficili
  • donne con almeno due figli minori
  • giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile
  • ed ex percettori del reddito di cittadinanza che non soddisfano i requisiti per l’Assegno di inclusione.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it