Dopo una prima proroga della Conferenza Stato Città arriva un nuovo differimento dei bilanci di previsione 2023 con la legge di bilancio. Ecco tutti i dettagli.
Si rende così più agevole il percorso di definizione degli equilibri finanziari, anche in relazione alle numerose norme contenute nell’attuale disegno di legge di Bilancio in fase di esame parlamentare.
Questo importantissimo adempimento riguarda la gestione contabile dell’Ente: in linea di principio la bozza del bilancio di previsione viene predisposta ogni anno dalla Giunta, presentata al Consiglio comunale e approvata entro la fine dell’anno precedente.
La proroga sposta quindi in avanti la scadenza, inizialmente preventivata per il 31 dicembre 2022.
Arriva la proroga dei bilanci di previsione 2023
In sintesi, come indicato dalla Manovra 2023, l’avanzo libero potrà contribuire alla costruzione degli equilibri del bilancio di previsione 2023/25, a condizione che sia prima approvato il rendiconto 2022 da cui scaturisce in modo definitivo; entrambi i documenti dovranno rispettare la «scadenza unica» del 30 aprile.
La novità è una fra le poche che si sono aggiunte durante il dibattito parlamentare per aiutare gli enti locali nel raggiungere l’equilibrio del bilancio di previsione 2023.
Il termine per la deliberazione del bilancio diventa quindi unico al 30 aprile 2023 per preventivi 2023, Tari e rendiconto 2022.
La Conferenza Stato-città, in precedenza, aveva già dato il via libera al differimento al 31 marzo dei bilanci di previsione 2023. Scadenza adesso spostata in avanti di un mese dunque.
La decisione era arrivata a seguito della lettera congiunta di Anci e Upi in cui i presidenti Antonio Decaro e Michele De Pascale chiedevano lo slittamento al ministro Piantedosi, in considerazione della “grande indeterminatezza sul versante delle entrate e l’impatto ancora incerto di molte previsioni di carattere fiscale e contabile”.
Nel corso della riunione risulta trovata anche l’intesa sullo schema di decreto del ministero dell’Interno per ulteriori 150 milioni di euro (anno 2022) del fondo dedicato al caro bollette, di cui 130 in favore dei Comuni e 20 in favore delle Città metropolitane. Parere favorevole, infine, sullo schema di decreto che ripartisce le risorse per la riapertura/ampliamento delle attività commerciali nei Comuni con meno di 20 mila abitanti.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it