Continua il dibattito sulla Riforma della Precrizione: arrivano però segnali di distensione dopo la tensione dei giorni scorsi.
Riforma della Prescrizione, l’emendamento nel Milleproroghe non ci sarà. Ad annunciarlo è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.
In pratica il premier Giuseppe Conte e il ministro Alfonso Bonafede frenano e rinunciano a inserire nel decreto Milleproroghe un emendamento su cui porre la fiducia. Arriverà un disegno di legge del governo o una proposta parlamentare.
In questo modo, la nuova versione della riforma Bonafede avrà un altro percorso legislativo.
Ecco qual è la situazione attuale.
Riforma della Prescrizione, emendamento del Governo nel Milleproroghe non ci sarà
In pratica, secondo quanto dichiarato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà:
“Il governo non presenterà nessun emendamento sulla prescrizione al decreto Milleproroghe ora all’esame delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera.”
Inoltre l’emendamento già presentato di Riccardo Magi di +Europa per sospendere fino al 2023 il provvedimento già entrato in vigore il primo gennaio scorso non è passato ottenendo 44 no e 42 sì.
Rinviato invece a oggi il voto sul ‘Lodo Annibali’ nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera. In buona sostanza quest’altro emendamento di Italia Viva propone il rinvio della riforma di un anno.
La reazione delle forze politiche
“La decisione del Governo di non inserire il Lodo Conte sulla prescrizione nel Milleproroghe mi sembra un gesto di buonsenso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo. Quando arriverà la legge sulla prescrizione in Aula noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza. Adesso concentriamoci sull’emergenza crescita, sulla produzione industriale, sui dati negativi del Pil. L’Italia ha bisogno di ripartire dall’economia“
ha commentato il leader di Italia Viva Matteo Renzi su Facebook.
Cosa prevede la Riforma?
La prescrizione in Italia interviene quando, dal momento in cui è stato commesso il presunto reato, trascorre un numero di anni pari alla pena massima prevista per quel reato.
Negli ultimi anni è avvenuto un processo opposto. Lentamente sono aumentati i limiti e le possibilità di sospendere la prescrizione e dal primo gennaio 2020 le cose sono ulteriormente cambiate. La discussa riforma Bonafede, dal nome del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, votata nel 2018 da Lega e Movimento 5 Stelle, è entrata in vigore e quindi, per i reati commessi a partire da questa data, la prescrizione sarà bloccata dopo una sentenza di primo grado.
La Giustizia Italiana, ricordiamo, ha tempi estremamente lunghi alle volte: basti pensare al caso di Salerno (processo lungo 16 anni) che negli ultimi giorni ha fatto molto discutere.