accesso-impiego-pubblica-amministrazioneNuove norme per l’accesso all’impiego nella Pubblica Amministrazione: gli scenari possibili evidenziati da una missiva dell’ANCI al Ministro Giulia Bongiorno.


Il presidente Anci Antonio Decaro ha scritto alla ministra per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ponendo alcune criticità e offrendo alcune soluzione interpretative per orientare l’azione degli enti locali chiamati ad attuare le disposizioni della legge di bilancio riguardo all’accesso all’impiego presso le pubbliche amministrazioni e alla nuova disciplina di pensionamento.

 

“Pur condividendo la scelta di superare la reiterazione delle proroghe di graduatorie risalenti nel tempo – scrive Decaro – si evidenzia che permane l’esigenza di garantire un margine di flessibilità ai Comuni per fronteggiare le ipotesi imprevedibili di cessazione del personale in servizio: il mancato superamento del periodo di prova, le dimissioni volontarie, la mobilità verso altre amministrazioni”. Una flessibilità necessaria “per non pregiudicare la continuità nei servizi, in particolare i servizi alla persona come quelli educativi e sociali, a forte impatto sugli utenti e caratterizzati da esigenze sostitutive continue e non programmabili”.

 

In rappresentanza di tutti i sindaci, Decaro chiede anche un riscontro interpretativo su alcune questioni, per orientare i Comuni nella prima attuazione delle nuove norme.

 

Accesso all’impiego nella Pubblica Amministrazione

 

La prima criticità è relativa al reclutamento a tempo determinato: la nuova disciplina riguarda solo procedure di reclutamento a tempo indeterminato o anche a tempo determinato? L’Anci solleva alcuni elementi di dubbio per il contrasto della nuova con precedenti norme. E suggerisce di attribuire efficacia triennale alle graduatorie che saranno approvate a partire dal primo gennaio 2019, cosicché alle esigenze temporanee ed eccezionali si possa far fronte con specifiche procedure di reclutamento di personale a tempo determinato o utilizzando le graduatorie vigenti per le assunzioni a tempo indeterminato, approvate anche successivamente al primo gennaio 2019.

 

La seconda riguarda la facoltà di scorrimento delle graduatorie vigenti. Sulla base della nuova norma (comma 362), che estende temporalmente le graduatorie vigenti approvate dopo il primo gennaio 2010, e dell’abrogazione della precedente disposizione che subordinava l’autorizzazione all’assunzione nelle amministrazioni centrali all’assenza di idonei collocati in graduatorie vigenti (d.l.101/2013), la presenza di idonei nelle graduatorie non è più un ostacolo all’avvio di nuove procedure concorsuali perché lo scorrimento non è più un obbligo ma una facoltà?

 

La terza questione è relativa alla facoltà di convenzionamento con altre amministrazioni per l’utilizzo di graduatorie vigenti. È ancora possibile effettuare assunzioni attingendo da graduatorie di altri enti, dopo l’abrogazione dell’articolo 4 comma 3 del Dl 101/2013?

 

E infine l’ultima osservazione riguarda quota 100. L’accesso anticipato alla pensione previsto dal decreto legge esaminato in Consiglio dei ministri il 17 gennaio scorso, avrà un impatto significativo sul personale dei Comuni, caratterizzato da un’età media elevata, soprattutto nelle posizioni apicali.

 

Considerato che la capacità assunzionale dei Comuni è determinata sulla base delle cessazioni dell’anno precedente, l’impossibilità di attingere alle graduatorie può produrre un impatto molto negativo sull’organizzazione degli uffici e sull’erogazione dei servizi da parte dei Comuni.

 

“Sarebbe necessario – conclude Decaro – un coordinamento normativo complessivo che consenta di effettuare il turn over del personale, le cui cessazioni siano programmabili, nel corso dello stesso esercizio in cui si verifica il collocamento a riposo, e dall’altro garantendo un margine di flessibilità nell’utilizzo delle graduatorie concorsuali da parte dei Comuni, per sopperire alle esigenze assunzionali non programmabili”.