pensioni-soggetti-emofilici-legge-di-bilancio-2019Pensioni per i soggetti emofilici: nella Legge di Bilancio 2019 ci sono novità, apportate da alcuni emendamenti presentati in questi ultimi giorni. Qualcosa si muove?


Secondo un recente studio di PROBE-Patient Reported outcomes, Burdens and Experiences, che ha coinvolto più di duemila pazienti in 21 Paesi, tra cui l’Italia, nel nostro paese circa cinquemila italiani sono affetti da emofilia, malattia genetica rara dovuta a un difetto della coagulazione del sangue.

 

Per poter consentire a questi soggetti impiegati nel mondo del lavoro di poter lasciare anticipatamente il proprio posto, anche considerando le precarie condizioni di salute, in questi anni sono state portate avanti numerose iniziative.

 

Una di queste è confluita nel DDL 2794portato avanti con anni di battaglie con la collaborazione di FEDEMO (Federazione delle Associazioni Emofilici d’Italia) era stato presentato al Senato e alla Camera nella precedente legislatura. Questo perché, come riportato anche nella proposta, i lavoratori emofilici sono, allo stato attuale, equiparati di fatto ai lavoratori sani.

 

Essi sono esclusi da qualsiasi agevolazione pensionistica, nonostante le loro precarie condizioni di salute, aggravate dall’avanzare dell’età. I sintomi di tale patologia comportano per molti di essi la necessità in età adulta di sottoporsi a impianti multipli di protesi alle articolazioni, rendendo il proseguimento di un’attività lavorativa più difficile e usurante.

 

Questo DDL, purtroppo, si è arenato in fase di approvazione. Tuttavia un nuovo spiraglio sembra essere all’orizzonte nella nuova Legge di Bilancio.

 

Pensioni per i soggetti emofilici: nella Legge di Stabilità un nuovo emendamento

 

Nella nuova Legge di Bilancio sarebbe stato inserito in particolare un emendamento per il trattamento pensionistico agevolato a favore dei soggetti affetti da emofilia. Il testo dell’emendamento è il seguente:

 

AC 1334

 

EMENDAMENTO

 

Art. 21

 

Dopo l’articolo 21, inserire il seguente

 

Art. 21-bis.

 

(Disposizioni in materia di trattamento pensionistico a favore dei soggetti affetti da emofilia).

 

 

 

1.A decorrere dall’anno 2019, alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti o autonomi del settore privato, iscritti alle gestioni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, affetti da emofilia, che abbiano compiuto il sessantesimo anno di età, è riconosciuto, su richiesta, il diritto all’accesso al trattamento pensionistico, a seguito del versamento e dell’accredito di almeno venti annualità di contributi previdenziali.

 

2.Ai fini del riconoscimento del diritto all’accesso al trattamento pensionistico, i soggetti di cui al comma 1 presentano un’apposita domanda all’INPS. Alla domanda, che riporta i dati anagrafici del richiedente, sono allegati in originale o in copia conforme all’originale:

 

a) certificazione attestante la malattia, rilasciata dalle commissioni mediche preposte;

 

b) certificazione attestante il numero di annualità di contribuzione versate o accreditate in favore dell’assicurato, non inferiori ai limiti minimi di cui al comma 1.”.

 

 

 

Conseguentemente, all’articolo 55, sostituire le parole <<di 185 milioni di euro per l’anno 2019 e di 430 milioni di euro annui a decorrere dal 2020>> con le seguenti << di 180 milioni di euro per l’anno 2019 e di 425 milioni di euro annui a decorrere dal 2020>>.

 

 

Il carattere invalidante di tale malattia determina progressivamente l’aumento di emorragie a livello di articolazione che provocano irritazione e dolore, limitandone la funzionalità. Le articolazioni più colpite sono il ginocchio, la caviglia, il gomito, la spalla e l’anca.

 

Secondo i dati forniti dai Centri emofilici presenti sul territorio nazionale, raccolti nel rapporto del Registro nazionale delle coagulopatie congenite, elaborato dall’Istituto superiore di sanità, i pazienti affetti da emofilia sono circa 4.727. Di questi, 3.906 sono affetti da emofilia di tipo A (3.877 maschi e 29 femmine) e 821 sono affetti da emofilia di tipo B (809 maschi e 12 femmine).

 

Finalmente si muove qualcosa per questi soggetti, equiparati erroneamente dal punto di vista previdenziale a dei lavoratori sani? La risposta (si spera) potrebbe giungere con l’approvazione definitiva della legge.