IMU e TASI, l’accorpamento potrebbe essere realtà all’indomani dell’approvazione della Legge di Bilancio 2019. Ecco di cosa si tratta.
Al governo si lavora anche ad una proposta volta ad accorpare IMU e TASI, trattandosi di una duplicazione d’imposta. Tuttavia ancora non è chiaro se questa novità troverà spazio in un emendamento alla legge di bilancio o come proposta di legge.
Nel dettaglio, ad essere dichiarati ammissibili da questa Commissione sono circa 2.600 proposte, su un totale di 3.626 emendamenti totali; vedremo quali tra queste entreranno a far parte del testo definitivo della Legge di Bilancio e se tra queste ci sarà anche quello che prevede la fusione tra Imu e Tasi.
IMU e TASI, accorpamento: cosa cambierebbe?
Il nuovo tributo risultante dalla fusione di Imu e Tasi avrà una aliquota massima dell’11.40%. Nell’articolato dell’emendamento si stabilisce che l’aliquota base per l’abitazione principale è pari allo 0,4% e il comune può aumentarla di 0,2 punti percentuali o diminuirla fino all’azzeramento. La scelta è rimessa alle delibere comunali anche per quanto riguarda l’aliquota base per gli immobili diversi dall’abitazione principale.
Inserita inoltre una clausola di invarianza con la quale si stabilisce che anche in caso di fusione delle due imposte municipali bisognerà assicurare gli stessi importi che si pagano attualmente.
Come si legge nel testo dell’emendamento,
“in sede di prima applicazione la prima rata da corrispondere sarà pari a quanto dovuto per il primo semestre applicando aliquota e detrazione dei 12 mesi dell’anno precedente con riferimento alla somma di Imu e Tasi”.
La nuova imposta nelle intenzioni del primo firmatario dell’emendamento, Alberto Gusmaroli, non dovrà portare rincari e vantaggi né nelle casse dello stato né sulle spalle dei contribuenti.