quando-si-prescrive-tassa-rifiutiQuando si prescrive la tassa rifiuti, meglio nota con l’acronimo di TARI, che consiste nel pagamento dell’imposta sul servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia?


La Tassa sui Rifiuti TARI è stata introdotta, a decorrere dal 2014, dalla legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per il 2014), quale tributo facente parte, insieme all’IMU e alla TASI, della IUC. La TARI ha sostituito la TARES, che è stata in vigore per il solo 2013 e che, a sua volta, aveva preso il posto di tutti i precedenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria (TARSU, TIA1, TIA2).

 

Chi è soggetto alla TARI?

 

La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga il locale o l’area e, quindi, dal soggetto utilizzatore dell’immobile. In caso di detenzione breve dell’immobile, di durata non superiore a sei mesi, invece, la tassa non è dovuta dall’utilizzatore ma resta esclusivamente in capo al possessore (proprietario o titolare di usufrutto, uso, abitazione o superficie). In caso di pluralità di utilizzatori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.

 

Il DL Sostegni in Gazzetta proroga PEF 2021 e tariffe TARI al 30 giugno.

 

La metodologia tariffaria si articola, in particolare, nelle seguenti fasi fondamentali:

 

a.    individuazione e classificazione dei costi del servizio;
b.    suddivisione dei costi tra fissi e variabili;
c.    ripartizione dei costi fissi e variabili in quote imputabili alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche;
d.    calcolo delle voci tariffarie, fisse e variabili, da attribuire alle singole categorie di utenza, in base alle formule e ai coefficienti indicati dal metodo.

 

Quando si prescrive la Tassa Rifiuti?

 

Scopriamo adesso come si può sfruttare la prescrizione della tassa sui rifiuti. Qualora il contribuente non versi la Tari, riceve l’avviso di accertamento da parte del Comune e, in caso di persistente inadempimento, la cartella di pagamento da parte dell’Agente della Riscossione, a cui il Comune ha affidato il recupero delle proprie entrate. Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella, l’esattore può procedere all’esecuzione forzata.

 

Come si può evitare? La prescrizione della Tari è di 5 anni, come tutti i tributi locali. Di conseguenza, il Comune non può mandare un avviso di accertamento per Tari non pagata se sono passati più di 5 anni dall’anno in cui doveva avvenire il versamento dell’imposta. Se però il Comune invia un avviso di accertamento prima dei 5 anni, interrompe la prescrizione e il termine inizia a decorrere da capo. Stesso discorso per la prescrizione della cartella esattoriale Tari, che è di 5 anni, come il tributo.

 

Inoltre con una Sentenza recente, i termini di prescrizione della tassa rifiuti sono stati dettati dalla Cassazione, nell’ordinanza n. 22305 del 13 settembre 2018. In questo caso si è fatto riferimento alla TARSU. l’utente è tenuto al suo pagamento in relazione al prolungarsi, sul piano temporale, della prestazione erogata dall’ente impositore, senza che sia necessario per ogni singolo periodo contributivo un riesame dell’esistenza dei presupposti impositivi.