lavori-usuranti-decreto-domanda-pensioneLavori Usuranti: ecco il decreto per la domanda di Pensione. La richiesta per accedere al beneficio della non applicazione dell’incremento della speranza di vita.


Il Decreto ministeriale del 18 aprile 2018, emanato ai sensi dell’art. 1, comma 153, della Legge di Bilancio 2018, si occupa sia di definire le procedure di presentazione della domanda di pensione, al fine di ottenere, per coloro che svolgono lavorazioni gravose o usuranti, l’esenzione dall’adeguamento alla speranza di vita, stabilito a decorrere dall’anno 2019, sia di definire le modalità di verifica della sussistenza dei requisiti da parte dell’ente previdenziale (INPS).

Tale provvedimento segue il precedente Decreto ministeriale 5 febbraio 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio 2018, che fornisce la specificazione delle professioni gravose, già inserite nell’allegato B della Legge di Bilancio 2018.

Come prescritto dal d.m., la domanda di pensione deve essere presentata all’INPS, in modalità esclusivamente telematica, attraverso apposito modello predisposto dall’Istituto, unitamente alla dichiarazione del datore di lavoro attestante i periodi di svolgimento delle professioni resi alle proprie dipendenze, il contratto collettivo applicato, il livello di inquadramento attribuito, le mansioni svolte, nonché il relativo codice professionale ISTAT ove previsto.

Il diritto al beneficio è comprovato attraverso la verifica, anche d’ufficio, delle comunicazioni obbligatorie del rapporto di lavoro ai sensi dell’art. 1, comma 1180, della Legge 296/2006. In mancanza della comunicazione obbligatoria, il diritto può essere provato anche per mezzo della dichiarazione del datore di lavoro.

Per queste categorie di lavoratori dipendenti il meccanismo degli adeguamenti automatici alla speranza di vita resta bloccato dal 2019 tanto per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata. In tal caso l’età per la pensione di vecchiaia resterà ferma a 66 anni e 7 mesi e quella per il pensionamento anticipato a 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi di contributi per le donne) evitando così di schizzare di altri 5 mesi come accadrà per la generalità degli altri lavoratori. La platea dei lavoratori coinvolti sarebbe di circa 17-20 mila persone, pari a circa il 10 per cento dei pensionamenti stimati per il 2019.