Il nuovo ministro dei Beni culturali e del Turismo Alberto Bonisoli ha criticato il bonus cultura istituito dall’ex titolare del Ministero, Dario Franceschini: e adesso si paventa sul bonus cultura lo stop per i 18enni già dal 2018 in corso, dopo il veto del Consiglio di Stato.
Il Ministro aveva testualmente, nei giorni scorsi detto:
“Vale 200 milioni meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”.
La risposta del Partito Democratico era arrivata subito, difendendo il bonus istituito dal governo Renzi. Per il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci:
“Un ministro della Cultura, come Bonisoli, che vuole iniziare suo mandato con un taglio, comincia molto male – scrive Marcucci in un tweet – 18app aiuta a diffondere la cultura tra i giovanissimi. 18app non si tocca“.
Mentre il sottosegretario ai Beni Culturali Gianluca Vacca su Twitter ha ribadito le critiche:
“Ai bonus elettorali in stile #PD come #18app noi preferiamo investimenti strutturali ed efficaci. Facciamo crescere la #famedicultura nel paese e nei giovani! #mibact”.
La tegola più pesante, tuttavia, arriva adesso: il Consiglio di Stato, con un parere depositato venerdì che, oltre a bocciare la misura nella sua ultima versione, rischia di chiudere per sempre il percorso di questo beneficio.
Il parere del Consiglio di Stato
I giudici sono stati chiamati a esaminare il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente, 592mila e 581mila giovani. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi.
E se anche si trovasse una legge in cui inserire questo bancomat cultura, per poi modificare il regolamento, il buon esito dell’operazione non sarebbe scontato se il ministro non se ne farà paladino.