A breve la pubblicazione di un decreto cautelare del Consiglio di Stato utile a riammettere nelle GaE oltre cento insegnanti depennati.
Sono tutti docenti che erano stati estromessi dalle graduatorie per il mancato aggiornamento in occasione dell’ultimo aggiornamento: a darne notizia è lo studi legale dei legali Michele Bonetti e Santi Delia patrocinatori del ricorso sostenuto dalle associazioni Adida e Mida. Ma non è da escludere che, a breve, venga data notizia anche di altre associazioni che hanno centrato lo stesso obiettivo.
Di fatto, il Consiglio di Stato ha ritenuto necessaria l’adozione del provvedimento, stante l’esistenza di una situazione di estrema urgenza, al fine di prevenire effetti irreversibili ed irreparabili quali, ad esempio, la perdita di occasioni di lavoro.
Quella a favore delle associazioni Adida e Mida, tra l’altro, si pone in contrapposizione con i recenti provvedimenti del Tar, che non aveva ritenuto meritevoli di tutela le ragioni dei ricorrenti e rappresenta il primo accoglimento per tale categoria sull’impugnazione del DM 495/2016 che sino ad oggi aveva prodotto solo rigetti.
Il Giudice d’Appello, al contrario, ha accolto il ricorso, alla luce delle precedenti ordinanze della sezione “nn. 4170 e 4171 del 23/09/2016, secondo cui, in un caso analogo (relativo al D.M. 325/2015, emanato in prosecuzione dell’attuale D.M. 495/16, e richiamato dall’art. 5 di quest’ultimo, dove per quanto non espressamente previsto nel medesimo decreto, si richiamano le disposizioni di cui al D.M. 235/2014), sussiste “in capo ai ricorrenti un pregiudizio grave ed irreparabile, al quale può ovviarsi – tenuto anche conto della circostanza che trattasi di soggetti che in precedenza erano iscritti nelle graduatorie – mediante l’inserimento delle stesse con riserva in graduatoria, specificandosi che tale inserimento costituisce titolo per la stipula di contratti a tempo determinato o indeterminato”.
Nel decreto, dunque, si precisa che i ricorrenti hanno diritto alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato, anche se inseriti con riserva in graduatoria, in base al punteggio posseduto. Questo significa che se il la cancellazione del depennamento dovesse essere confermato all’udienza collegiale in Camera di Consiglio, prevista il prossimo 16 febbraio, per una parte di ricorrenti reintegrati potrebbero aprirsi le porte dell’assunzione a tempo indeterminato.