trattamento minimo, pensioniA distanza di quasi sette mesi ancora non si sa quando verranno tolte le penalizzazioni sugli assegni dei pensionati usciti tra il 2013 ed il 2014 con la massima anzianità contributiva. Nessuno sa dirti quando e come verrà tolta la penalizzazione sulle pensioni anticipate dei lavoratori che sono usciti tra il 2013 ed il 2014 con la massima anzianità contributiva. Se deve essere presentata domanda di ricostituzione della pensione oppure se si procederà d’ufficio. E’ questa la sintesi di decine e decine di pensionati che ci scrivono in questi giorni per denunciare la totale mancanza di direttive da parte dell’Inps.

 

Per comprendere di cosa stiamo parlando bisogna fare un salto indietro. La legge Fornero, approvata a fine 2011, aveva previsto per coloro che chiedevano la pensione anticipata, avendo raggiunto il requisito contributivo di 41 anni e 6 mesi di contributi (o 42 anni e 6 mesi se uomini), ma con un età inferiore ai 62 anni, una decurtazione dell’importo in percentuale per ogni anno di anticipo rispetto alla predetta età anagrafica. La norma era stata subito giudicata ingiusta e punitiva verso coloro che, per motivi diversi, non potevano attendere il compimento del 62° anno di età per andare in pensione e quindi sono stati “costretti” loro malgrado ad accettare il taglio. Decurtazione che può pesare anche per un centinaio di euro al mese.

 

Per questa ragione, dopo una lunga battaglia, un emendamento approvato nell’ultima legge di stabilita’ è riuscito a cancellare le penalizzazioni su queste pensioni a partire dal 1° gennaio 2016. Il provvedimento riguarda circa 28.000 persone, di cui 22.000 donne e 4.000 uomini, che hanno ottenuto la pensione anticipata tra il 2013 ed il 31 dicembre 2014 (chi è uscito dopo il 31 dicembre 2014 infatti non ha visto più l’applicazione della suddetta riduzione per effetto di una norma approvata con la legge 190/2014). Sono proprio le donne quelle più penalizzate dato che l’anzianità contributiva loro richiesta è più bassa di un anno (41 anni e 6 mesi di contributi contro i 42 anni e 6 mesi degli uomini) e quindi già dalla metà del 2013 le prime lavoratrici avevano raggiunto il requisito contributivo per guadagnare l’uscita anticipata.

 

Di conseguenza, tutti coloro che sono titolari di pensione anticipata con decorrenza ante 31 dicembre 2014 che sono incappati nella suddetta riduzione avrebbero diritto ad un trattamento pensionistico più alto, non più decurtato in base all’età in cui si sono ritirati. A partire dal 1° gennaio 2016. Avrebbero perchè sino ad oggi nulla è stato fatto e ancora non si conosce quando le prestazioni saranno ricostituite dall’Inps. E come. Se si procederà in via automatica, cioè d’ufficio, oppure se il pensionato dovrà attivarsi producendo una apposita domanda di ricostituzione. In molti hanno provato a contattare le sedi Inps ricevendo ognuno risposte diverse. Lo spaesamento dunque è tanto. “Quando si è trattato di tagliare le pensioni lo si è fatto subito. Ma quando si tratta di dover restituire bisogna sempre pregare qualcuno” ci scrive un lettore particolarmente seccato.

 

La penalità, del resto, pesa a volte non poco su un assegno frutto di oltre 40 anni di lavoro. In linea di massima un lavoratore uscito nel 2014 a 58 anni (6% di penalità) con un assegno medio di 2.500 euro al mese lordi la cui parte retributiva è pari a 2.300 euro al mese deve subire una crescita dell’assegno di circa 140 lordi euro al mese (2.300×6%=138€ lordi, poco più di 100 euro al mese netti in più considerando il fattore fiscale). Insomma cifre che a fine anno possono anche toccare il migliaio di euro. Naturalmente più tardi si è usciti dal mondo del lavoro, meno intensa è stata la penalizzazione applicata e minori saranno quindi gli effetti (positivi) sulla pensione. Basta infatti che il lavoratore sia uscito a 60 anni che l’importo della pensione salirà solo di un terzo rispetto alle cifre sopra esposte. Sarebbe pertanto utile che fosse data una indicazione di massima a questi pensionati circa la data in cui si procederà (d’ufficio) alla ricostituzione dell’assegno pensionistico.