riforma, PA riforma pubblico impiegoArriva al Senato il testo del disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Il testo del provvedimento, emendato nel corso dell’esame alla Camera, conferma l’impianto già approvato in prima lettura dal Senato con la delega per attuare la carta per la cittadinanza digitale, la riduzione delle camere di commercio, la ridefinizione della conferenza dei servizi e del silenzio assenso, la riforma della dirigenza pubblica con l’introduzione del ruolo unico e l’addio alle fasce. I dirigenti che resteranno senza incarico potranno fare domanda per retrocedere nella posizione di funzionario e potranno essere licenziati solo in caso di valutazione negativa da parte dell’amministrazione in cui hanno svolto il servizio.

 

Sempre sul tema della dirigenza la maggioranza ha tenuto sull’altra misura controversa, quella dell’abolizione del segretario comunale con un temperamento però: nei primi tre anni di attuazione, la riforma prevede comunque una “fase-ponte”, con l’affidamento delle funzioni dei Segretari comunali ai dirigenti del ruolo unico che provengono dall’albo dei Segretari comunali.

 

Importanti modifiche anche sul lavoro pubblico che vedrà l’accentramento dei concorsi pubblici, la possibilità per le amministrazioni di definire obiettivi di contenimento delle assunzioni differenziati in base agli effettivi fabbisogni, il passaggio delle visite fiscali dalle Asl all’Inps. In arrivo anche una revisione dell’orario di servizio con la possibilità di ricorso a forme di lavoro flessibile accompagnata da una semplificazione delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici con il riconoscimento del merito e di premialità e da introduzione di nuove norme in materia di responsabilità disciplinare.

 

Nel provvedimento si conferma l’introduzione della staffetta generazionale a costo zero per lo stato (il dipendente potrà chiedere il part-time se vicino alla pensione ma dovrà pagarsi da solo il differenziale di contribuzione per la pensione piena).

 

A cambiare sarà anche la macchina organizzativa della Pa. Si comincia con il riordino delle Forze di Polizia e dei meccanismi di reclutamento e progressione di carriera per passare poi alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato il cui personale transiterà in un altro corpo di polizia (con il mantenimento però dell’unitarietà delle funzioni). Ampio restyling si profila anche per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

 

Via libera anche alla riorganizzazione, delle funzioni svolte dal Pra e dalla Motorizzazione che permetta il rilascio di un documento unico con sia i dati di proprietà sia di circolazione di auto, moto e rimorchi. C’è poi il Riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche con l’obiettivo di chiudere le partecipate in perdita strutturale, dei servizi pubblici locali e dei giudizi innanzi alla Corte dei Conti. L’esecutivo si attribuisce anche una delega per l’abrogare o modificare le disposizioni legislative, entrate in vigore dopo il 31 dicembre 2011 e fino alla data di entrata in vigore della Delega, che prevedono provvedimenti non legislativi di attuazione per semplificare il sistema normativo e i procedimenti amministrativi.