Le piattaforma per la raccolta di fondi on line stanno crescendo anche in Italia. Perché sfruttano la vitalità del web e dei social media e la facilità con cui è possibile dare visibilità a progetti che difficilmente troverebbero il necessario sostegno finanziario.
Non solo luoghi di aggregazione di persone, ma anche di idee. Social network, blog e siti web sono usati sempre più anche per diffondere iniziative di raccolta fondi per sostenere idee imprenditoriali, restaurare opere, finanziare progetti pubblici, attività culturali o servizi innovativi.
Parliamo del crowdfunding, per definizione un finanziamento collettivo e una raccolta fondi digitale che sfrutta la viralità del web e dei social media per dar vita a idee, progetti, start-up o attività no profit.
Dal 2005 a oggi, data di nascita della prima piattaforma di crowdfounding in Italia, sono più di 40 le realtà attive e regolarmente iscritte al registro degli operatori della CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) e il valore complessivo dei progetti finanziati è pari a oltre 30 milioni di euro. In particolare, la campagna di crowdfunding che ha raccolto più adesioni nel nostro Paese è stata quella per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, distrutta da un incendio doloso a marzo 2013 e che ha raccolto più di un milione di euro.
Esistono quattro differenti modelli di crowdfunding:
1.“reward-based”. A fronte del finanziamento di un progetto, gli investitori ricevono in cambio un premio (es. copia del prodotto da realizzare, invit evento, menzione nella lista dei donatori);
2. donazioni fatte a fondo perduto;
3. “lending–based”. Le somme (micro-prestiti) erogati da parte di privati vengono restituite con il pagamento di interessi;
4. “equity-based”. Investendo del capitale di rischio per la realizzazione di un progetto si diventa possessori di una quota partecipativa della società finanziata.
Per quanto riguarda i settori dei progetti finanziati in Italia, al primo posto vi è l’imprenditoria (63%), seguita dalla creatività (23%) e dal sociale (14%).
Di seguito un breve elenco con alcune piattaforme di crowdfounding presenti in Italia, una lista tutt’altro che esaustiva ma comunque rappresentativa della varietà di scelta per chi intende proporre un progetto o offrire il proprio contributo economico per finanziare idee altrui:
· Produzioni dal basso, nata nel 2005, è la prima piattaforma italiana di crowdfounding e una delle prime in Europa; il suo scopo è “finanziare qualsiasi forma di autoproduzione, senza filtri e senza nessuna intermediazione”.
· Eppela è una piattaforma fondata nel 2011 che finanzia progetti in molteplici settori (arte, tecnologia, cinema, design, musica, fumetto, innovazione sociale, scrittura, moda, no profit).
· HelloSaving è uno strumento della banca virtuale Hello Bank! finalizzato a ottenere il finanziamento per un progetto personale tramite il ricorso agli amici e al web in generale. Quanto più crescono i risparmi e quanto più velocemente ciò avviene, tanto più Hello bank! riconosce interessi speciali sulle somme accumulate.
· ShinyNote nasce ufficialmente nel 2011 con l’obiettivo di mettere in comunicazione organizzazioni no profit e cittadini-utenti narrando storie di persone comuni e finanziare progetti di solidarietà.
· Crowdfunding-Italia, nata a Londra nel 2012, è una piattaforma per la raccolta di fondi da destinare a progetti concreti, creativi o a scopo umanitario.
· Smartika è una piattaforma di social lending che permette di comporre e ricevere prestiti online indicando importo, durata del prestito, tasso desiderato e tipologia dei richiedenti a cui prestare.
Sfruttando la rete per promuovere iniziative a un pubblico più ampio – e considerata anche la facilità con cui oggi è possibile dare visibilità online ai propri progetti – il crowdfunding è insomma un’operazione alla portata di tutti e uno strumento in grado di favorire la crescita del Paese.
FONTE: Economy UP (www.economyup.it)