scuola-e-trasparenza-300x206Confermata la volontà di inviare giorno 7 luglio in aula il DDL di riforma della scuola. Questa mattina si è lavorato agli emendamenti, pomeriggio voto finale in VII Commissione.

 

La presidenza della commissione Istruzione alla Camera ha dichiarato inammissibili alla discussione 11 emendamenti su 146 presentati dai gruppi al ddl Scuola.

 

La relatrice, Maria Coscia (Pd), e il governo hanno espresso parere contrario su tutti gli emendamenti depositati. L’obiettivo è quello di chiudere il provvedimento entro oggi con via libera al testo e mandato al relatore. Si attende però il parere della commissione Bilancio senza il quale la commissione non potrà chiudere l’esame del ddl.

 

La commissione tornerà a riunirsi al termine delle votazioni in aula, quindi nel primo pomeriggio.

 

I docenti di tutta Italia si mobilitano per una grande manifestazione di protesta per il 7 luglio, giorno previsto per il passaggio definitivo del ddl di riforma sulla scuola nell’aula di Montecitorio, per poi avere il sigillo del presidente Mattarella. E sempre di ieri è la notizia per la quale Imposimato ha presentato alla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, una petizione ex articolo 50 della Costituzione per rispettare la sentenza europea del 26 novembre, esortando ad evitare di ricorrere nuovamente all’esercizio del voto di fiducia perché in contrasto con il comma 4 dell’art. 72 della stessa carta costituzionale.

 

Gli stessi docenti mettono in guardia sui messaggi che si stanno diffondendo in rete in questi giorni nei quali si invita tutti a recarsi nei comuni per la raccolta di firme per il referendum abrogativo della riforma sulla scuola. Occorre precisare infatti che il ddl non è legge quindi in nessun comune sarà possibile trovare moduli firma come riportato nei predetti messaggi. Basterebbero comunque solo 500 mila firme, nel caso, come riportato nell’art. 75 della Costituzione consultabile su senato.it. Ma gli stessi docenti che si riuniranno a Roma davanti a Montecitorio non escludono altre forme di agitazione volte alla disobbedienza civile e agli scioperi bianchi, forti anche dell’opera informativa di Imposimato per cui è possibile far rilevare vizi di incostituzionalità tali da far ottenere l’abrogazione della legge stessa.