vaccini scuoleIl recente allarme lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulla progressiva riduzione dell’adesione della popolazione all’offerta vaccinale ha riaperto la sopita discussione sull’uso degli strumenti coercitivi in sanità pubblica. Il discorso si ricollega anche ai vaccini nelle scuole e alle recenti diatribe sull’accettazione dei bambini non vaccinati nelle scuole.

 

I bambini hanno il diritto all’istruzione. Anche se non sono vaccinati. E nessuno può vietare questo diritto. È questo il senso della replica del ministro della salute Beatrice Lorenzin a una interrogazione discussa al question time alla camera. Escluse anche le sanzioni per i medici che li sconsigliano. Il 20 ottobre, la Conferenza Stato Regioni esaminerà il Piano nazionale dei vaccini 2016/2018

 

«Quella dei vaccini è una questione di sicurezza nazionale, di salute pubblica. Vaccinare vuol dire investire sul benessere, è la misura di prevenzione più efficace e innocua».

 

Il ministro ha poi detto che il nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale, attualmente all’esame della commissione salute della conferenza delle regioni, prevede non solo l’ampliamento dell’offerta vaccinale da parte del Servizio sanitario nazionale ma anche l’adozione di un piano di comunicazione istituzionale con informazioni alla popolazione sui rischi delle complicanze delle malattie prevenibili con i vaccini e i benefici della vaccinazione.

 

“Non esiste alcuna correlazione tra vaccino e autismo. Non lo dice Beatrice Lorenzin ma gli studi scientifici realizzati dai migliori ricercatori. I vaccini salvano la vita e se per decenni non abbiamo più sentito di malattie mortali per i bambini e’ stato per le grandi campagne di vaccinazione realizzate nei paesi occidentali. Oggi prevale la disinformazione web in danno di quella della Scienza ufficiale. I casi di effetti collaterali ai vaccini riguardano meno di un bambino ogni milione di bambini vaccinati e nella stragrande maggioranza si tratta di conseguenze banali, arrossamenti, piccoli fastidi. I vaccini possono avere conseguenze solo in caso di patologie concorrenti gravi che il pediatra e’ in grado di determinare. I genitori devono sempre scegliere per il bene dei figli e per scegliere bene devono fidarsi della scienza e del proprio medico”.

 

Ketty Vaccaro, sociologa, direttrice Welfare della Fondazione Censis, ha lavorato a diverse indagini sulla cultura della prevenzione in Italia e sull’atteggiamento dei genitori: «La percezione da parte delle mamme si è modificata. Prima la vaccinazione veniva accettata come una pratica comune, senza porsi domande. Oggi in generale ogni informazione che riguarda la salute viene verificata sul Web, dove i gruppi antivaccinazioni, sebbene in netta minoranza, sono molto attivi».

 

Sono anche partite campagne sui social, come quella di due mamme di Bologna che hanno lanciato la campagna #iovaccino. In due settimane hanno raccolto 15 mila firme per il ripristino dell’obbligatorietà di certificazione nella scuola. E sui social si moltiplicano le foto di famiglie con la scritta «io vaccino, no alla disinformazione».