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Il 16 novembre i rappresentanti del Miur incontreranno nuovamente i sindacati per fare il punto sulle deleghe previste dalla legge 107/2015. Una delle più attese quella sul reclutamento e formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie.

 

Le anticipazioni parlano di un sistema più snello, che consentirà ai futuri docenti di indirizzarsi per tempo verso questa scelta professionale.

 

Gli stanziamenti previsi sarebbero 215ml per il 2017 (che diventano 450ml a regime nel 2024); la copertura è al momento indifferenziata e si deciderà quando le deleghe saranno pronte l’entità del finanziamento di ognuna. Si partirà con la riforma 0-6 (attesa, ma poi non tanto, gli insegnanti puntano piuttosto ad ottenere l’aumento dell’organico con l’introduzione del potenziamento anche nella scuola dell’infanzia). Una delle successive dovrebbe essere quella del reclutamento, previa fase di transizione che prevede due passaggi molto attesi: l’attivazione del III ciclo TFA e la stabilizzazione degli abilitati della seconda fascia delle graduatorie di istituto.

 

Il nuovo modello prevede una laurea specialistica comprendente 24 CFU relativi a discipline dell’ambito antropo-psico-pedagogico, qualunque sia il settore di insegnamento al quale ci si vorrà dedicare.

 

Dopo la laurea, il concorso nazionale, a numero chiuso. Biennale, per evitare il ripetersi di sacche di precariato.

 

Coloro che vinceranno il concorso diventeranno “docenti”, ma non ancora in ruolo. Potranno stipulare infatti un contratto triennale a tempo determinato, e saranno retribuiti (come e quanto ancora da stabilire).

 

Una vera e propria rivoluzione, se si pensa che già a 25 anni si potrà guadagnare in forma stabile dedicandosi alla professione di insegnante e poi a 27 – 29 anni passare al contratto a tempo indeterminato se, acquisita nel frattempo abilitazione e specializzazione, verranno valutati positivamente.

 

Largo ai giovani, le statistiche indicano infatti che il recentissimo piano straordinario di immissioni in ruolo non ha abbassato l’età media degli insegnanti, che si aggira ancora intorno ai 50 anni.

 

Ma, appunto, vi sarà da gestire una fase transitoria per coloro che sono già in possesso di abilitazione (e che non hanno vinto il concorso o non vi hanno partecipato) e coloro che già in possesso del titolo di studio sono in attesa del III ciclo TFA.

 

Nei giorni scorsi abbiamo riferito le parole di Marco Campione su un TFA “non prima di gennaio”, perchè appunto si attendeva per il 15 – 16 gennaio l’approvazione delle deleghe. Nell’ambito della Legge di Bilancio è stato però approvato un emendamento che potrebbe far slittare di 6 mesi l’approvazione delle deleghe. Di conseguenza, anche per il TFA potrebbe profilarsi un ulteriore rinvio.

 

Nel frattempo, è sempre più urgente la necessità di capire con quali modalità – e soprattutto con quali tempi – sarà possibile avviare la stabilizzazione dei docenti abilitati.

 

Il 16 novembre dunque, nell’ambito di tale incontro, dovranno necessariamente emergere tali problematiche. Sapremo finalmente quali saranno le risposte ufficiali del Miur.