Dopo la pausa estiva, gli studenti tornano a scioperare nelle tende in tutta Italia: ecco cosa sappiamo.
Riparte la protesta in tutta Italia: gli studenti si accampano nelle tende, davanti alle città universitarie, sotto lo slogan “Vorrei un futuro qui”.
Il motivo delle proteste è il caro-affitti, che rende quasi impossibile alloggiare in alcune città, dove sono situate le principali università in Italia.
Ecco nel dettaglio.
Sciopero studenti: ecco i motivi
La protesta è ricominciata, dopo l’estate, raggiungendo 25 città, tra nord e sud. Gli studenti si sono riuniti davanti ai rettorati a Lecce, Palermo, Torino, Bologna, Perugia, Roma, Milano e in tante altre città.
I giovani chiedono alla premier Giorgia Meloni e alla Ministra dell’Università Anna Maria Bernini di trovare urgentemente i due miliardi di euro utili per intervenire su studentati pubblici, affitti, borse di studio, salute mentale e caro libri.
Come detto da alcuni studenti, bisogna
“smettere di sprecare le risorse del Pnrr per gli alloggi privati che costano 700 euro al mese. Vogliamo che i posti letto finanziati dal Pnrr siano accessibili a tutti. Noi invitiamo la ministra Bernini a venire a trovarci, per confrontarsi con noi sulla prossima legge di bilancio e sul Pnrr. Vogliamo raccontarle le difficoltà degli studenti fuorisede che non riescono a pagare l’affitto”.
La ricerca dell’Osservatorio Futura
Come evidenziato da Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil:
“Il quadro generale che emerge dall’indagine dell’Osservatorio Futura, realizzata per conto di Cgil, Rete degli studenti medi e Udu, è allarmante: il 54% degli intervistati è in difficoltà economica e solo il 10% pensa che il diritto allo studio sia garantito”.
Nello studio “Giovani e diritto allo studio”, l’Osservatorio Futura dichiara che la spesa media annuale per l’istruzione è di 1782 euro, dai 6 ai 16 anni, ma aumenta notevolmente per gli studenti universitari, con grandi differenze a seconda dell’area del paese.
Per il 90% degli intervistati, il supporto dei genitori è determinante per poter proseguire gli studi. Per il 43%, le disparità legate alle condizioni economiche sono al primo posto tra i fattori di esclusione dal diritto allo studio, insieme alle disparità geografiche e a quelle culturali.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it