L’esame della legge di conversione del decreto 42 sulla funzionalità del sistema scolastico sta subendo un ulteriore rallentamento. Nell’intento di risolvere la vicenda dei compensi per i commissari di concorso la maggioranza di Governo sta dilazionando ancora i lavori della Commissione Cultura del Senato dove ci sarà tempo fino alla mattina del 4 maggio per presentare modifiche agli emendamenti della relatrice Francesca Puglisi e del Governo stesso.
La modifica più importante al disegno di legge riguarda appunto lo stanziamento di 8 milioni di euro per raddoppiare i compensi dei commissari di concorso. Ma nelle ultime ore è spuntata una novità interessante: c’è anche un articolo aggiuntivo che prevede che l’Amministrazione scolastica dovrà pagare gli stipendi dei supplenti entro il termine di 30 giorni. In caso contrario i dirigenti responsabili del ritardo potrebbero vedersi decurtata la retribuzione di risultato, che è di pochissime migliaia di euro per i dirigenti scolastici ma può arrivare anche a 30-40mila per i dirigenti di prima fascia che operano presso i Ministeri.
In realtà i ritardi nei pagamenti non sono quasi mai imputabili alle segreterie delle scuole e ai dirigenti scolastici, ma molto spesso sono dovuti a errori nella previsione di spesa annuale, tanto negli ultimi anni, nel mese di dicembre, Miur e MEF hanno sempre dovuto adottare provvedimenti di emergenza per poter liquidare gli stipendi maturati a partire da settembre. Ma ovviamente per il Governo e per il Miur è molto più semplice (e più “popolare”) scaricare le responsabilità sui “presidi-sceriffo”. Per intanto, però, l’emendamento sta solo sulla carta e per entrare nella legge dovrà essere approvato dal Senato. I tempi però sono molto stretti ed è anche possibile che il Governo debba ricorrere al voto di fiducia.