scorrimento elenchi sostegno“Il precariato scolastico poteva essere sradicato, ma il Governo ha commesso gravi errori. Così oggi, a tre mesi dall’inizio delle lezioni e a pochi giorni dalle festività natalizie, ci ritroviamo con più di 100mila abilitati tenuti ai box e 33mila posti di sostegno ancora una volta conferiti su supplenza annuale, con un docente di sostegno precario su quattro e tantissimi casi di alunni disabili ancora senza insegnante”.

 

Lo dice Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, rispondendo in tal modo alle dichiarazioni tranquillizzanti del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, secondo il quale “tra il 2016 e il 2018, si sarà tirata una riga sul precariato”.

 

“Quelle del ministro sono le ennesime parole di circostanza – spiega Pacifico – su una situazione gestita male e per la quale oggi gli alunni e le loro famiglie pagano le conseguenze. Il caso odierno della studentessa non vedente di Vibo Valentia, che ha difficoltà a frequentare le lezioni perché non ci sono insegnanti di sostegno in graduatoria specializzati in lingua Braille, deriva proprio dalla scelta dell’amministrazione di non voler immettere in ruolo attraverso le graduatorie. Bastava aprire agli abilitati di seconda fascia degli istituti per evitare questi disservizi”.

 

“Anche le regole che si stanno predisponendo sul nuovo concorso a cattedra, con oltre 63mila posti da assegnare, non sembrano promettere nulla di buono. Entrando nel dettaglio, quanto accaduto con il sostegno ha dell’incredibile: quest’estate c’erano pronti e disponibili qualcosa come 12.840 docenti già specializzati, solo considerano gli ultimi due cicli formativi a numero programmato organizzati dal Miur proprio per formare i giovani insegnanti del TFA (Tirocinio formativo attivo) che ha sostituito le SSIS, attivati in base al fabbisogno dei posti vacanti in organico per il triennio successivo. Ma questi docenti non sono stati presi in considerazione”.

 

E salvo ripensamenti, diverse altre migliaia di docenti di sostegno specializzandi saranno lasciati fuori dalla selezione nazionale: eppure si tratta di docenti già valutati e scelti da commissioni universitarie, tutti regolarmente abilitati tramite Ssis o Tfa, e che hanno pagato rette considerevoli che vanno tra i 3mila e i 5mila euro ciascuno. Con la Buona Scuola ci si è invece limitati a stabilizzare 6.446 nuovi docenti, peraltro nemmeno tutti perché nel frattempo diverse GaE si sono esaurite.

 

Viene da chiedersi perché coloro che amministrano la scuola non ha tenuto conto delle decisioni dei giudici sull’accesso ai concorsi pubblici, i quali hanno dato piena ragione all’Anief che sull’ultima tornata del 2012 impugnò il bando di concorso per otto distinti motivi. A fine 2015 la storia si ripete. Con l’aggravante che i responsabili dell’assenza di copertura dei posti vacanti continuano ad essere gli stessi, in seno all’amministrazione scolastica e tra i decisori politici, con le esperienze negative che non sono servite a nulla.

 

“Anziché assumere da graduatoria, in base alle posizioni, – continua Pacifico – si è andati a creare un cervellotico algoritmo secretato, che ha portato all’assunzione a tempo indeterminato lontano da casa per più di 10mila precari, quando in molti casi poteva tranquillamente essere evitata. Dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che questi supplenti la selezione per l’accesso ai ruoli dello Stato l’avevano già espletata, superando le prove di accesso ai corsi abilitanti Ssis, Tfa e di Scienze della formazione primaria. Invece di proseguire in questa direzione, attingendo da costoro, il Governo prima e il Parlamento dopo si sono incaponiti nell’imporre la chiamata diretta dei presidi. Invisa da tutti e basata su regole astruse”.

 

Sugli albi territoriali, previsti in particolare dai commi 69, 73 e 108 della Legge 107/2015, la posizione del sindacato è nota. E rispecchia in pieno quella dei lavoratori: la scelta discrezionale dei docenti va in pieno contrasto con il merito e la selezione dei migliori. La cui individuazione è stata già svolta, attraverso le selezioni in entrata ai corsi abilitanti. Ecco perché riteniamo assurdo averli escludere dal piano straordinario di immissioni in ruolo della riforma, per il quale sono avanzati ben 16mila posti. Ora, si rischia di produrre un’altra beffa, con migliaia di specializzandi nel sostegno, che non potranno al concorso pubblico e tra qualche mese si potrebbero ritrovare in mano un titolo non più utilizzabile perché nel frattempo l’attuazione della delega governativa sul sostegno lo avrà giù superato.

 

Anief ricorda che dopo i tanti ricorsi andati a buon fine al termine dell’a.s. 2014/15, sino alla fine del mese di dicembre darà la possibilità di aderire all’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno”. Per ricorrere basta scrivere a sostegno@anief.net. Potranno scrivere a questo indirizzo e-mail sia le famiglie direttamente interessate sia i docenti o i dirigenti scolastici che intendono segnalare i casi di qualsiasi genere di sostegno negato.