sorveglianza-alunni-nelle-scuoleLa sorveglianza degli alunni da parte del personale delle scuole è un argomento che ha suscitato molte discussioni e dibattiti negli ultimi anni: la situazione attuale alla luce di alcuni recenti casi.


L’ambiente scolastico è un luogo in cui i bambini trascorrono buona parte della loro giornata, ed è naturale che genitori e tutori si preoccupino della loro sicurezza e benessere.

Tuttavia alcune volte non è così semplice riuscire a monitorare in ogni momento e in ogni aspetto della quotidianità le attività all’interno e all’esterno dei nostri istituti scolastici.

La sorveglianza degli alunni nelle scuole: una questione sempre aperta

L’obiettivo principale è quello di garantire la sicurezza degli studenti durante il tempo trascorso in classe e nei dintorni della scuola. Questo include la prevenzione di comportamenti pericolosi, la gestione di situazioni di emergenza e il mantenimento dell’ordine.

Una delle chiare ragioni a favore della sorveglianza è l’incremento della sicurezza all’interno delle scuole. Il personale può intervenire tempestivamente in caso di incidenti o comportamenti problematici, garantendo un ambiente più sicuro per gli studenti.

Tuttavia, c’è una linea sottile tra la sorveglianza per scopi di sicurezza e l’invasione della privacy degli studenti. La presenza costante del personale potrebbe far sentire i bambini costantemente osservati, sollevando preoccupazioni legate alla loro libertà individuale.

Alcune scuole ad esempio impiegano sistemi di controllo degli accessi e di identificazione, come badge e riconoscimento facciale, per garantire che solo persone autorizzate possano entrare nei locali scolastici.

Questi sistemi possono migliorare la sicurezza impedendo l’ingresso di estranei non autorizzati nelle scuole. L’uso di dati biometrici, come il riconoscimento facciale, suscita tuttavia preoccupazioni sulla privacy e sulla potenziale violazione della sicurezza dei dati.

In definitiva, il benessere dei bambini deve rimanere al centro di qualsiasi decisione riguardante la sorveglianza scolastica.

Alcuni casi recenti che hanno riaperto il dibattito sulla sorveglianza

Ovviamente sono gli episodi di “cronaca” che stimolano il bisogno di una maggiore attenzione al “controllo” sui nostri ragazzi all’interno del perimetro scolastico.

Ad esempio un fatto avvenuto a Roma in questi giorni ha fatto particolarmente discutere: due bambine di sei anni sono scappate dal proprio istituto comprensivo per tornare a casa dalla nonna di una delle due.

Uscite probabilmente durante la ricreazione, hanno attraversato una strada e camminato per tutto il quartiere senza essere fermate da nessuno. Ovviamente i genitori hanno chiesto anche conto alla scuola dell’accaduto, per accertarsi della responsabilità di questa “breve fuga”.

Un caso molto simile era avvenuto a Firenze quest’inverno: due bambini della stessa età, fuggiti attraverso la palestra dell’istituto subito dopo l’ingresso a scuola attraverso un buco della recinzione, volevano andare da soli a Roma.

Sono poi in seguito stati “bloccati” da degli adulti dopo aver richiesto informazioni per come raggiungere la propria meta con una mappa in mano.

E l’anno prima lo stesso fatto si era verificato a Milano: un piccolo studente di prima elementare aveva chiesto di andare in bagno e aveva eluso la sorveglianza di maestre e collaboratori scolastici ed era scappato via per strada.

Sono tutti ovviamente fatti che fanno sorgere delle domande non da poco: il personale scolastico di molti istituti (spesso sottodimensionato) basta per le attività di controllo? Chi controlla i controllori?

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it