L’iter parlamentare del DDL Buona Scuola è caratterizzato da incertezze e criticità rispetto all’obiettivo più volte dichiarato dal Governo di approvare in tempi rapidi il progetto di riforma. Tali criticità sono il segno che l’ascolto reale del mondo della scuola non si è mai realizzato anche a fronte delle grandi mobilitazioni e proteste che hanno segnato gli ultimi mesi, a partire dallo sciopero del 5 maggio 2015.
Il prezzo di tale atteggiamento dell’Esecutivo può essere altissimo per tutti quei precari che attendono la stabilizzazione del posto di lavoro e per il mondo della scuola – studenti, insegnanti, dirigenti e personale Ata – che attende un’inversione di tendenza rispetto alle politiche messe in campo negli ultimi anni che hanno considerato l’istruzione un costo da tagliare più che una grande rete pubblica da valorizzare.
Anche l’impegno, assunto dal Governo il 12 maggio scorso, di avviare un confronto costruttivo con le rappresentanze sindacali per modificare i punti critici del testo di legge si è risolto in un nulla di fatto. Ascolto e confronto presuppongono la disponibilità a determinare cambiamenti, disponibilità che non abbiamo mai riscontrato fino ad oggi nell’Esecutivo.
Alla vigilia della ripresa della discussione parlamentare, pertanto, abbiamo chiesto che il Governo, dando seguito agli impegni assunti, ci convochi per aprire in tempi rapidissimi un confronto vero con le rappresentanze sociali, garantendo comunque subito le assunzioni tramite decreto.
La scuola pubblica, come ci ricorda Calamandrei, è “organo costituzionale” ed “espressione di unità, di coesione e di uguaglianza civica”: non può diventare strumento di battaglie politiche che poco hanno a che fare con il merito delle questioni: su questo terreno, non ci sono vincitori né vinti. Noi vogliamo che vinca la scuola, auspichiamo lo voglia anche chi ha la responsabilità di guidare il Paese.
Come già detto, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi cambia ancora una volta le carte in tavola sul disegno di legge sulla scuola. Aveva sostenuto che voleva ascoltare tutti prima di valutare come procedere con il disegno di legge sulla brutta scuola mentre adesso intende mettere la fiducia, nonostante sia stato dimostrato che le assunzioni si possono fare a prescindere dai pessimi contenuti del provvedimento. In realtà le tante lobby che vogliono impadronirsi della scuola pubblica premono per fare approvare una legge impresentabile e incostituzionale utilizzando l’arma dei precari.
Le stabilizzazioni sono una necessità per migliorare la qualità del sistema di istruzione e non una gentile concessione del Governo Renzi.
Il vero rischio per l’inizio del nuovo anno scolastico non è la non approvazione di quel disegno di legge ma l’esatto contrario e stiano sereni che non consentiremo di trasformare le scuole in aziende. Dignità e libertà non sono in vendita e per questa ragione non molleremo.
Il mondo della scuola è con noi e ci chiede nei prossimi giorni e fin dall’inizio del nuovo anno scolastico di andare avanti con le mobilitazioni. Il Governo e il Parlamento decidano se vogliono continuare a sfidare chi nella scuola vive e lavora o aprire un reale confronto per arrivare a scelte condivise.