si-possono-leggere-i-temi-in-classeSi tratta di un dubbio che è stato disambiguato di recente dal Garante: si possono leggere i temi in classe oppure si tratta di una violazione della privacy degli studenti? 


Con l’avvio dell’anno scolastico 2023/2024 si torna sui banchi di scuola e, pertanto, il corpo dei docenti deve attenzionare non solo l’insegnamento ma anche tanti altri aspetti collegati alla quotidianità scolastica.

Una delle varie materie da considerare è quella della riservatezza delle informazioni che riguardano gli studenti, argomento che può emergere in maniera evidente nell’affrontare temi e compiti in classe che riguardano l’ambito personale e familiare degli alunni.

Parliamo dunque di una pratica che invita gli studenti a condividere le loro esperienze, sfide e trionfi personali in un ambiente scolastico sicuro e rispettoso. Tuttavia, il tema della privacy emerge come una questione fondamentale in questo contesto.

Quando gli studenti si impegnano nella scrittura e nella lettura di temi che toccano aspetti personali o familiari delle loro vite, è importante considerare attentamente come preservare la loro riservatezza.

Per questo il Garante si è occupato di recente anche di questa materia: è responsabilità degli educatori creare un ambiente di apprendimento sano e trasparente e che promuove la condivisione responsabile delle storie personali.

Si possono leggere i temi in classe?

Come abbiamo anticipato ha risposto a questa domanda la recente guida del Garante per la protezione dei dati personali, La scuola a prova di privacy.

Secondo quanto stabilito dall’Autorità, infatti, non lede la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare.

Nel momento in cui gli elaborati risultano letti in classe – specialmente se riguardano argomenti delicati – si affida alla sensibilità di ciascun insegnante la capacità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali.

Restano comunque validi gli obblighi di riservatezza già previsti per il corpo docente riguardo al segreto d’ufficio e professionale, nonché quelli relativi alla conservazione dei dati personali eventualmente contenuti nei temi degli alunni.

In generale, nelle varie iniziative didattiche, considerata la particolare interazione che caratterizza la relazione e il dialogo educativo tra docente e alunni occorre sempre tenere in considerazione l’interesse primario del minore e le eventuali conseguenze, anche sul piano relazionale, che potrebbero derivare dalla conoscibilità/circolazione di informazioni personali o vicende familiari dell’alunno all’interno della classe o della comunità scolastica.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it