Si chiude con un bilancio positivo la prima Settimana nazionale delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), svoltasi dal 4 all’11 febbraio 2024 e culminata ieri, 11 febbraio nella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.
Numerose le iniziative volte a stimolare l’interesse dei giovani e delle ragazze per le discipline tecnico scientifiche. Protagonisti Atenei, Centri di Ricerca, Scuole ed Associazioni in tutta Italia.
La settimana, introdotta dalla legge 187/2023, mira a sensibilizzare e stimolare l’interesse, la scelta e l’apprendimento delle discipline STEM, sottolineando l’importanza di un approccio multidisciplinare che include anche le arti (STEAM), in linea con le visioni di pionieri come Leonardo da Vinci e Michelangelo.
Il resoconto della settimana nazionale delle discipline STEM 2024
Molteplici le iniziative promosse dalle istituzioni centrali e locali (presentazioni, workshop, laboratori, mostre, giornate di orientamento, incontri, video proiezioni, ecc.) e rivolte in primis alla comunità educante formata da studenti, docenti, collaboratori della scuola, famiglie.
Ma perché le istituzioni si mobilitano a favore delle discipline STEM? La risposta è molto semplice: il mercato del lavoro richiede sempre di più figure tecnico specialistiche come ingegneri, informatici, matematici, elettrotecnici, meccanici, medici, ricercatori, figure sempre più difficili da reperire che le imprese non solo pagherebbero bene ma anche con contratti a tempo indeterminato.
I dati
Secondo i dati forniti da Unioncamere-Anpal ogni anno, sono introvabili circa 230/240mila laureati, quasi tutti Stem. Secondo l’Istat nel 2022 i laureati (25-34enni) nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche erano il 23,8% di cui il 34,5% uomini (un laureato su tre) mentre le donne si attestavano al 16,6%. Sempre secondo l’Istat nel 2022, il tasso di occupazione tra i 25-64enni laureati nell’area Umanistica e dei servizi è stato pari al 77,7%, mentre è all’83,7% per i laureati nell’area Socio-economica e giuridica. Ben più alto il tasso di occupazione per le lauree STEM che raggiunge l’86% e raggiunge il massimo valore (88,0%) per i laureati nell’area medico-sanitaria e farmaceutica.
Nonostante la grande richiesta del mercato, alla difficoltà di reperimento di figure specializzate si aggiunge l’importante divario di genere dovuto spesso anche a fattori di carattere “culturale”. E’ ancora abbastanza diffuso infatti il pregiudizio che vorrebbe le ragazze essere meno portate per le materie scientifiche rispetto a quelle umanistiche.
Ed è anche per questo che l’11 febbraio si celebra la giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, proprio per incoraggiarle ad intraprendere percorsi di studi e carriere in ambito tecnico scientifico a dispetto delle difficoltà e dei preconcetti.
Ancora alto il divario di genere
Stando a quanto analizzato recentemente dall’osservatorio STEM di Deloitte, le ragazze iscritte ad un corso di laurea in scienza e tecnologia ingegneria matematica sono il 14,5% di quelle che frequentano l’università e quindi molto al di sotto della media Europea. Ad incidere su questo dato sicuramente lo stereotipo di genere a cui si faceva precedentemente riferimento ma anche una oggettiva difficoltà a fare carriera in Italia in queste discipline a fronte di percorsi di studio e di carriera molto impegnativi che non si conciliano facilmente con i molteplici ruoli in capo alle donne. Eppure stando sempre alle statistiche, le ragazze che intraprendono percorsi di studi in ambito tecnico scientifico riescono a laurearsi prima dei colleghi uomini e anche con voti più brillanti.
Si moltiplicano i programmi ed i progetti intesi ad incoraggiare le donne a scegliere percorsi di studio nelle discipline STEM e tra questi WeAre Here, una serie di documentari trasmessi su Rai play dal titolo “women of science”, progetti integrati su base regionale e provinciale che integrano l’aspetto di informazione e sensibilizzazione con quello di formazione e accompagnamento al lavoro.
Per invertire la tendenza, è importante raccontare le storie delle tante donne che si sono affermate in campi tecnico scientifici in modo da rafforzare il senso di autostima e di fiducia che alla base della scelta di queste facoltà.
L’esempio di donne come Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Ilaria Capua, Fabiola Giannotti, Samantha Cristoforetti è sicuramente importante per costruire dei modelli di riferimento che aiutino a superare timori e riserve nell’intraprendere percorsi di studio tecnico-scientifici. Anche in quest’ottica il MUR ha lanciato recentemente la campagna social “Io sono STEM” rivolta soprattutto ai giovani che vede come testimonial il premio Nobel Giorgio Parisi, la scienziata Amalia Ercoli Finzi, la fisica Lucia Votano, il neuroscienziato Giulio Deangeli, l’astronoma Marica Branchesi, il biologo marino Mauro Celussi.
Rafforzamento delle competenze
Il rafforzamento delle competenze in ambito tecnico scientifico è diventato da quest’anno anche un obiettivo del ministro dell’Istruzione e del merito che varato apposite linee guida rivolte a tutti gli istituti, dall’infanzia alle superiori, statali e paritari, per aggiornare il piano triennale dell’offerta formativa e il curricolo di istituto prevedendo azioni specifiche per lo sviluppo delle discipline STEM.
A queste iniziative, si aggiungerà a breve anche quella del Ministero per le Pari opportunità e la Famiglia che ha stanziato i due milioni di euro per un bando per realizzare progetti connessi tra università e istruzione per aggiornare e fornire agli insegnanti delle elementari che delle medie quegli strumenti fondamentali per rendere più accessibili e “attraenti” le materie STEM.
Ci auguriamo che la settimana nazionale delle discipline STEM appena conclusa e le iniziative messe in campo dalle Istituzioni possano produrre i risultati auspicati.
Fonte: articolo di Francesca Liani