Sta suscitando polemiche il regolamento dell’istituto elvetico che ha sede in via Appiani nel capoluogo lombardo, uno dei 17 istituti scolastici svizzeri all’estero riconosciuti dalla Confederazione.
Lo scorso maggio ha approvato un nuovo regolamento all’interno del quale vi è la norma incriminata: “Essendo la Scuola Svizzera impegnativa e multilingue, non è ottimale per studenti affetti da disturbi dell’apprendimento, quali: dislessia, discalculia, Adhs, Sindrome di Asperger, autismo e disturbi comportamentali”.
Regolamento che ha suscitato le critiche da parte della Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha). Inoltre “essendo l’edificio su più livelli, privo di ascensore, non è altresì una scuola adatta a studenti con gravi handicap motori”.
“Stiamo facendo tutte le verifiche del caso e poi valuteremo se ci sono i margini per una azione legale nei confronti della Scuola Svizzera di Milano. Quando ho letto stamattina l’articolo ho pensato ‘non ci credo’: in Italia abbiamo una legge che, dal 1977, supera le classi differenziali, noi siamo per l’inclusione e l’inserimento. Questo vuol dire che i bambini, con le loro differenze, possono stare insieme nella stessa classe”, continua la ministra. La ministra pone l’accento sugli “strumenti, le condizioni, i sostegni e gli appoggi necessari a superare le differenze permettendo così ai ragazzi di fare il percorso scolastico che la scuola offre. Ovviamente, con i propri tempi e con degli strumenti specifici”.
La scuola giustifica la scelta dicendo che il loro è stato un modo per “avvertire i genitori della complessità della scuola, che è multilingue”. “Fanno vivere le differenze come un elemento discriminatorio”, dice invece la ministra.