Scuola, impronte digitali per i Docenti? Bussetti giustifica la misura guardando la questione in ottica “sicurezza”. Ma è già polemica.
La commissione Affari istituzionali della Camera, ieri, ha dato il via libera ai controlli sui pubblici dipendenti attraverso le impronte digitali e il riconoscimento dell’iride. Secondo quanto riportato dal testo, nello specifico all’articolo 2, anche per presidi e docenti.
Secondo quanto riportato in un’intervista al quotidiano La Repubblica, il Ministro Bussetti ha dichiarato:
«Sono favorevole ai controlli digitali all’ingresso delle scuole, ma non per questioni di controllo sull’assenteismo, piuttosto per ragioni di sicurezza. Un ministero deve sapere chi c’è all’interno di un edificio di 1.200 persone. Credo, però, che alla fine l’articolo 2 del decreto non passerà: sono tutti contro».
Nel pomeriggio, dopo aver sentito la ministra Bongiorno, Bussetti aggiungerà:
«Si stanno studiando soluzioni per la scuola che tengano conto della specificità del lavoro e dell’orario del personale scolastico».
Le reazioni
Ecco il commento del segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi:
“E noi che pensavamo – – che le scuole fossero luoghi sicuri, di educazione, di cultura. Luoghi dove si agisce con rispetto e responsabilità. Un modello ben lontano dagli eccessi americani.
Invece no, preso nelle pieghe delle decisioni del suo Governo, il ministro parla di misure rigide che sono inapplicabili nelle scuole, e che la scuola non merita, mentre farebbe meglio a lasciare che a occuparsi di questi temi sia il suo collega, titolare del ministero di Grazia e Giustizia.”
Reazione durissima arriva anche dal deputato Gabriele Toccafondi:
“Parlano di lotta contro i cosiddetti furbetti del cartellino non sapendo che se c’è una categoria dove è pressoché impossibile fare il furbo è proprio quella degli insegnanti. Appena una maestra o una insegnate manca se ne accorgono tutti a cominciare da alunni e famiglie”.