Scuola, la chiamata diretta dei docenti è abolita: a sancirlo è un accordo siglato da Miur e sindacati, i passaggi degli insegnanti saranno gestiti dagli ambiti territoriali.
La prima promessa elettorale di Lega e Cinque Stelle sulla scuola è stata rispettata: nel comparto scuola la chiamata diretta dei docenti è abolita. Questo pomeriggio il ministro dell’Istruzione Marco Busssetti e i sindacati, dopo otto ore di trattative, hanno firmato l’accordo – un contratto transitorio – che prevede che il personale docente venga assegnato dall’Ufficio scolastico territoriale all’istituto scolastico scelto attraverso la graduatoria e utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento.
Eliminato, pertanto, uno dei cardini previsti dalla Buona Scuola.
L’articolato prevede due fasi: innanzitutto la copertura dei posti disponibili prioritariamente con personale che ha ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze previste dall’art. 13 del Contratto nazionale sulla mobilità; poi la copertura dei posti residuati col restante personale, secondo il punteggio di mobilità.
Quest’ultimo personale, nella presentazione della domanda, che avverrà a partire dal 27 giugno tramite l’apposita sezione di istanze on line, indicherà la scuola da cui partire. Nel caso di mancata indicazione sarà considerata la scuola capofila dell’ambito.
L’accordo è stato firmato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e dalla Gilda. Dicono i sindacati: “Questo atto rende oggettivo e non discrezionale l’arruolamento”.
Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, motiva così la decisione:
“In attesa dell’intervento legislativo di definitiva abrogazione, che è mia intenzione proporre nel primo provvedimento utile, con l’accordo sindacale di oggi si dà attuazione a una precisa previsione del contratto del governo del cambiamento, sostituendo la chiamata diretta, connotata da eccessiva discrezionalità e da profili di inefficienza, con criteri trasparenti e obiettivi di mobilità ed assegnazione dei docenti dagli uffici territoriali agli istituti scolastici”.