Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è intervenuto al convegno per il centenario della nascita di Federico Caffè.
Secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lo Stato italiano dovrebbe investire di più nella scuola. In parte, ha ammesso, già lo sta facendo, ma dovrebbe mettere in campo un impegno maggiore. Visco, intervenendo al convegno per il centenario della nascita di Federico Caffè ha pure aggiunto che “è molto difficile immaginare in quali settori occupare persone escluse dalla tecnologia” e che, al contempo, sarebbe sbagliato immaginare lo Stato come occupatore di ultima istanza: “non ci sono i quattrini. Resta, tuttavia, il compito di “garantire delle condizioni ragionevoli agli esclusi o aiutarli a essere inclusi”.
Parlando, poi, di Caffè, si è detto convinto di come l’economista seppe prevedere le distorsioni della finanza speculativa: “convinto sostenitore del ruolo attivo dello Stato per correggere le inefficienze del mercato, guardava con preoccupazione alla finanza speculativa disgiunta dalla economia reale”.
Alla luce dei grandi cambiamenti dell’ultimo decennio, “il progresso è straordinario – ha osservato Visco – e questo porta ad affrontare un periodo di transizione molto lungo prima di trovare opportunità di lavoro per tutti”. Quindi, a suo parere, “bisogna porre il problema del ruolo dello stato in questa fase: è difficile pensare allo stato come occupatore di ultima istanza”. Alla luce di questa consapevolezza il governatore ha sottolineato che “bisogna creare un ambiente nel quale si possa avere maggior successo nell’accumulare capacità di progredire. E contemporaneamente bisogna garantire condizioni ragionevoli agli esclusi o aiutarli a essere inclusi”.
FONTE: CGIA Mestre