Da oggi il blocco degli scrutini entra nel vivo. Secondo i sindacati i dati di adesione sono alti.
“Bene sul primo grado e secondo grado, ma anche alla primaria. Aspettiamo i prossimi giorni per fare un primo bilancio sull’esito della mobilitazione”, questo il commento dei sindacati allo sciopero degli scrutini di ieri in Emilia Romagna.
La regione è stata la prima a chiudere i battenti e a testare la forma di protesta indetta da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals, Cobas, ANIEF e Gilda.
Gradualmente le altre regioni seguiranno, giorno 8 chiuderanno le scuole in Lomabrdia e Lazio, giorno 9 in Sicilia, il tutto, in concomitanza con i lavori parlamentari che vedranno nei prossimi giorni il voto degli emendamenti al ddl di riforma. Renzi, intanto, ha fatto sapere che dedicherà altri 15 giorni all’ascolto.
In redazione alcuni comunicati stampa di comitati di docenti che aderiscono allo sciopero. Il Coordinametonto 27 maggio ci ha fatto sapere che oltre a bloccare gli scrutini, i docenti insieme a genitori e studenti si daranno appuntamento Giovedì 11 giugno alle ore 18:30 presso la Piazza XX settembre di Fano per continuare la loro protesta contro la riforma “Buona scuola” del Governo Renzi.
Lo scopo è di dare chiarimenti sul ddl scuola e sull’esistenza di una proposta di legge di iniziativa popolare (Lip) depositata in parlamento, dopo una raccolta di 100.000 firme, nel lontano 2006 e mai discussa.