La FLC CGIL ha notificato al Tar Lazio il ricorso nei confronti dei decreti relativi alla tabelle di equiparazione e ai criteri per la mobilità intercompartimentale dei lavoratori della Pubblica Amministrazione (DPCM del 26 giugno 2015 e DM del 14 settembre 2015).
Con questi provvedimenti il Governo ha disposto i criteri per l’equiparazione tra i diversi livelli di inquadramento dei lavoratori dei comparti pubblici allo scopo di avviare processi di mobilità da un comparto pubblico all’altro.
In realtà con quest’operazione non si punta a qualificare la spesa pubblica ma a disporre ulteriori tagli e a negare diritti ai lavoratori pubblici. Esemplare a tal proposito è il blocco del turn over imposto a danno del personale Ata nella scuola.
Dall’applicazione di questi criteri di mobilità, così come emerge dalla tabelle di equiparazione, ne derivano effetti negativi e penalizzanti per i lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam, sia dal punto di vista professionale che economico. Sul piano professionale perché negli inquadramenti non vengono tenuti in debito conto i titoli di studio e le esperienze lavorative; sul piano economico perché sia nell’inquadramento iniziale che nella progressione di carriera risulta penalizzato il trattamento retributivo rispetto ai diritti contrattuali acquisiti dai lavoratori.
Nei provvedimenti citati, inoltre, non viene considerato opportunamente il fatto che per l’accesso a determinati profili professionali – come quello docente – è indispensabile uno specifico titolo di studio e relativa abilitazione.
Infine, ma non da ultimo, va rilevato che su tutta questa complessa e variegata materia non c’è stato – di fatto – alcun confronto con le organizzazioni sindacali. Il Governo ha emanato in maniera unilaterale le disposizioni sopra richiamate le quali vanno ad incidere direttamente sulle condizioni di lavoro ledendo così il diritto dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali ad essere adeguatamente coinvolte ed informate.
Da questi provvedimenti, per le misure che contengono e per come sono state emanate, è immaginabile che scaturisca un abbondante contenzioso individuale e collettivo. Per tutto questo la FLC CGIL ha ritenuto di presentare ricorso al Tar del Lazio chiedendo l’annullamento dei provvedimenti impugnati.