No Ddl. L’ultimo ricatto di Renzi: o passa la riforma, o assumo solo 20 mila docenti. Contro l’arroganza del premier l’indignazione dei sindacati e dei docenti mobilitati: “Siamo alle allucinazione, promette un assunto su sette”. Da oggi manifestazioni attorno al Senato. Giovedì in corteo.
C’è modo e modo di governare. Renzi lo fa con i ricatti. Quello sui precari della scuola, usati come «una clava per imporre scelte ingiuste o dannose» (Walter Tocci, senatore Pd) con la riforma della scuola, ieri ha conosciuto un nuovo eccesso. Se le opposizioni non ritireranno gli oltre 2 mila emendamenti al Ddl «Buona scuola» in commissione Istruzione al Senato – che si riunirà oggi – Renzi ha minacciato di «assumere» solo circa «20–22 mila» docenti e non i 100.701 previsti.
La cifra corrisponde ai docenti che, ad avviso del presidente del Consiglio, dovrebbero essere destinati al turn-over nella scuola da settembre. Una dichiarazione che contraddice la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi che aveva assicurato 50 mila assunzioni in caso di ritardo nell’approvazione del Ddl. Le 50 mila assunzioni ancora da fare (in totale 100.701) avrebbero dovuto essere «di diritto»,per diventare esecutive nel 2016. L’ipotesi sembrerebbe sfumare per l’ultima disperata sterzata di Renzi. I suoi numeri non comprendono 8.895 docenti per il sostegno già previsti, quelli sui posti vacanti e disponibili (16.835). E nemmeno i cosiddetti «spezzoni di cattedra»: altri 7.623. Il totale corrisponde alla stima di Puglisi: 51.809.
Volendo prendere sul serio l’uscita di ieri di Renzi, si deduce che il suo governo sarebbe persino pronto a non assumere i docenti per il sostegno né tutti gli altri. Più che «disinformazione», contro la quale si sono scagliati i sindacati che chiedono lo stralcio delle assunzioni dal Ddl,questa sarebbe la manifestazione di un arbitrio. La fiducia al Senato sarà il culmine di quello che molti considerano la manifestazione di arroganza.
«La minaccia di Renzi è un ricatto inaccettabile contro lavoratori e famiglie – sostiene Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) – Le immissioni in ruolo sui posti vacanti e il potenziamento dell’organico sono necessità vitali per il funzionamento delle scuole». Potenzialmente, ci sarebbe spazio per 134 mila nuovi posti, a prescindere dall’«organico potenziato» che il governo pretende di istituire con la riforma. «È un falso clamoroso – ribadisce Francesco Scrima (Cisl Scuola) – Ogni anno vengono assunti ben più di 100 mila insegnanti precari, quest’anno sono stati più di 130 mila. Quelle di Renzi sono parole senza senso, un messaggio fuorviante, di deliberata e interessata disinformazione». «Siamo alle allucinazioni: promette di assumere un docente su sette» sostiene Marcello Pacifico dell’Anief che richiama l’attenzione su un aspetto centrale nell’ormai complicatissima vicenda della «Buona scuola». A settembre Renzi «aveva annunciato l’assunzione di 148.100 precari», anche per rispondere all’obbligo della stabilizzazione imposto dalla Corte di giustizia europea. La cifra conteneva il turn-over dei docenti. Poi si è passati a 100 mila, infine ai 50 mila (o 20 mila?).
Questa girandola di numeri senza fondamento attestano per i sindacati il grande bluff in corso, ma alla fine sbugiardato: «Siamo all’assurdo — conclude Pacifico — perché non occorre il Ddl, sarebbe bastato alle scuole di indicare il fabbisogno dei docenti agli uffici scolastici». Rino Di Meglio della Gilda allarga il ragionamento e sostiene che le assunzioni spacciate dal governo devono essere intese come «stabilizzazioni». I docenti precari saranno assunti in virtù di un diritto maturato lavorando. Il problema, piuttosto, è quello di chi9 è stato escluso dal governo, e in particolare degli abilitati Tfa, Pas e idonei del «concorsone» 2012. Per loro sembra che in commissione Istruzione al Senato passerà una quota (forse al 50%) nel concorso a cattedre previsto nel 2016. «Un minuto dopo l’approvazione della riforma – è l’avvertimento di Di Meglio al governo – apriremo un contenzioso davanti alla Corte Costituzionale e raccoglieremo le firme per un referendum abrogativo». È solo l’antipasto del fuoco di fila che i sindacati contrapporranno al governo a partire dal primo giorno di scuola.
Oggi e domani a Roma il movimento della scuola manifesterà sotto il Senato. Giovedì 25 corteo da Bocca della verità a Campo de’ fiori. «Malgrado la totale opposizione della scuola — sostiene Piero Bernocchi (Cobas) — Renzi si gioca le sorti del governo sul Ddl e mette in conto l’ostilità totale e duratura di questo popolo».