“La campagna di raccolta delle firme per il referendum sulla Buona Scuola è agli sgoccioli: invitiamo tutta la popolazione a recarsi nelle piazze e nelle strade principali d’Italia dove sono allestiti i banchetti e sottoscrivere i quesiti referendari contro la legge 107/2015”. La Gilda degli Insegnanti esorta allo sprint finale in vista del 5 luglio, quando le firme dovranno essere consegnate in Corte di Cassazione.
“Non soltanto il popolo della scuola, ma tutte le cittadine e i cittadini, hanno dimostrato finora una viva partecipazione. Adesso bisogna sfruttare questi ultimi giorni, e in particolare il prossimo week end, per superare la soglia delle 500mila sottoscrizioni. Firmare contro la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici e per abrogare le maggiori storture della riforma – conclude la Gilda – è un impegno che non riguarda solo gli insegnanti ma tutto il Paese, perché si tratta di una battaglia di democrazia”.
I QUESITI REFERENDARI SULLA SCUOLA
1 – ABROGAZIONE DEI FINANZIAMENTI PRIVATI ALLE SINGOLE SCUOLE, INCREMENTO PER LE STATALI
Primo quesito: se vince il SI ogni donazione da parte dei cittadini confluisce solo all’interno del sistema d’istruzione nazionale statale, redistribuendo le risorse tra zone ricche e povere e scuole che ne hanno più o meno bisogno. Si eviterà così la creazione di scuole di élites e di scuole-ghetto e il prevedibile sbilanciamento a favore delle scuole private, in modo da garantire il diritto allo studio a tutti.
2- ABROGAZIONE DELLA CHIAMATA DISCREZIONALE DEI DOCENTI
Secondo quesito: se vince il SI il dirigente scolastico non potrà più, a sua discrezione, scegliere e confermare o mandar via dopo tre anni i docenti. L’assegnazione dei docenti alle scuole avverrà con criteri oggettivi e senza il ricatto della scadenza, eliminando il rischio di gestione clientelare (in Italia…..poi) delle assegnazioni, e di limitazione della libertà d’insegnamento: il preside non potrà condizionare l’autonomia professionale dei docenti.
3 – ABROGAZIONE DELL’OBBLIGO DI MINIMO 200-400 ORE DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Terzo quesito: se vince il SI viene abrogato il limite minimo fissato per legge di 400-200 ore in azienda (istituti tecnici e professionali e licei) di alternanza scuola-lavoro. Potranno così decidere le singole scuole quando, dove e come pianificare esperienze professionali coerenti con gli obiettivi del proprio Piano di Offerta Formativa, evitando di perdere ore di lezione anche in assenza di esperienze di lavoro formative, solo per ottemperare a una formalità.
4 – ABROGAZIONE DEL POTERE DEL PRESIDE DI SCEGLIERE ARBITRARIAMENTE I DOCENTI DA PREMIARE
Quarto quesito: se vince il SI viene abrogato il potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti a cui dispensare discrezionalmente il premio salariale per presunto “merito” (con tutti i rischi clientelari che non facciamo fatica a immaginare). Il comitato di valutazione torna composto dai docenti e dal dirigente, non deve più identificare nessun “criterio per la valorizzazione” e si limita a esprimere parere sul periodo di prova dei neo-assunti. Il fondo annuale da 200 milioni si conferma salario accessorio per valorizzare tutti i docenti, precari inclusi, ed è inserito nella contrattazione integrativa nazionale e di scuola.