preside cellulare perquisire zainiIn provincia di Benevento, il preside di una scuola ha fatto perquisire gli zaini dei bambini, perché non trova il suo cellulare: scoppia la polemica.


A San Lorenzo Maggiore, in provincia di Benevento, è scoppiata una vera e propria polemica a causa di metodi poco ortodossi del preside di una scuola.
I genitori sono insorti e, su loro richiesta, il sindaco ha segnalato i fatti alle autorità scolastiche e al Ministro dell’Istruzione.

Ecco cos’è successo.

Preside non trova il cellulare: scatta la perquisizione negli zaini dei bambini

Il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “A. De Blasio” di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, è nel centro del ciclone.
Questo, perché il preside, in visita alla scuola primaria di San Lorenzo Maggiore, non trovando il suo cellulare, ha autorizzato un’ispezione negli zaini dei bambini.

Solo una piccola studentessa si è opposta al gesto del dirigente scolastico, contestando l’atto come “non legale”.

A parte la bambina che si è opposta, sarebbe stata compiuta la perquisizione degli zaini dei piccoli alunni, che però non è andata a buon fine, poiché il cellulare si trovava nell’ufficio della presidenza.

preside cellulare perquisire zainiLe reazioni

La vicenda ha suscitato l’ira dei genitori, le proteste del sindaco e un’interrogazione parlamentare.

A dare manforte è stato il sindaco Carlo Giuseppe Iannotti, che ha definito il gesto del dirigente scolastico come “un fatto di inaudita gravità” e “quanto di più ignobile possa essere fatto ai danni di bambini”.

Su richiesta dei genitori, il sindaco ha segnalato la vicenda alle autorità scolastiche di vari livelli e al Ministro dell’Istruzione.
Il fatto è arrivato anche in Parlamento, su iniziativa del deputato di Forza Italia Francesco Maria Rubano, che ha presentato un’interrogazione parlamentare proprio al Ministro Valditara.

Come detto dal deputato:

“il dirigente scolastico, accortosi di non avere con sé il cellulare, ha dubitato della scolaresca sannita ed ha autorizzato che venissero controllati gli zaini dei bambini, in presenza degli stessi, chiedendo che fossero controllati prima quelli dei maschietti – avendo ritenuto di averlo dimenticato nel bagno dei maschi – poi anche delle bambine. Appare evidente che tale azione di verifica si è fondata sul sospetto che i bambini avessero trafugato il cellulare mettendo in atto, in tal modo, un comportamento che di fatto li ha fatti sentire umiliati, ha indignato le famiglie e ha lasciato costernata una comunità intera. Si tratta di un comportamento che non ha certo rappresentato per le bambine e i bambini un esempio educativo e formativo di qualità e, al contrario, ha rappresentato una modalità astiosa e acrimoniosa di agire”.

Dal canto suo, il dirigente scolastico non ha ritenuto necessario doversi scusare. Da qui, la richiesta al Ministro di verificare i fatti e di intraprendere misure, anche di natura disciplinare, se il fatto si ritenesse vero.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it