ricercatoriL’Italia investe pochissimo in ricerca. In una lettera su Nature alcuni scienziati chiedono all’Unione Europea di invitare i governi nazionali a finanziare la ricerca scientifica e lanciano una petizione su Change.org.  Gli scienziati invitano l’Unione Europea a fare pressione sul Governo Italiano perché finanzi adeguatamente la ricerca in Italia e porti i fondi per la ricerca a un livello superiore a quello della pura sussistenza.

 

Per questo motivo 69 scienziati italiani, tra cui Giovanni Ciccotti, Duccio Fanelli, Vincenzo Fiorentini, Giorgio Parisi e Stefano Ruffo hanno scritto una lettera, apparsa sull’autorevole rivista scientifica Nature il 4 febbraio 2016 e, su questa, hanno lanciato una petizione indirizzando il documento alla Commissione europea e al Governo italiano. Invitiamo tutti i nostri lettori e coloro che hanno a cuore le sorti della ricerca nel nostro Paese a firmare la petizione e a promuovere, a loro volta, l’iniziativa.

 

I dati sui finanziamenti in ricerca e sviluppo in percentuale sul PIL collocano l’Italia agli ultimi posti tra i paesi OECD. Il Sistema Universitario Italiano è da anni sottofinanziato (il fondo di finanziamento ordinario alle università è in continua discesa dal 2009 ad oggi). I fondi per la ricerca di base italiana, distribuiti su base competitiva ai progetti scientifici che sono valutati più validi, sono dieci volte di meno di quelli della Francia.

 

L’Italia trascura gravemente la ricerca di base. Oramai da decenni il CNR non riesce a finanziare la ricerca di base,  operando in un regime di perenne carenza di risorse. I fondi per la ricerca sono stati ridotti al lumicino. I PRIN (progetti di ricerca di interesse nazionale) sono rimasti inattivi dal 2012, fatta eccezione per alcune piccole iniziative destinate a giovani ricercatori.

 

I fondi di quest’anno per i PRIN, 92 milioni di Euro per coprire tutte la aree di ricerca, sono troppo pochi e arrivano troppo tardi, specialmente se paragonati per esempio al bilancio annuale dell’Agenzia della Ricerca Scientifica Francese (corrispondente ai PRIN italiani) che si attesta su un miliardo di Euro l’anno. Nel periodo 2007-2013 l’Italia ha contribuito al settimo “Programma Quadro” europeo per la ricerca scientifica per un ammontare di 900 milioni l’anno, con un ritorno di soli 600 milioni. Insomma l’incapacità del Governo Italiano di alimentare  la ricerca di base ha causato una perdita di 300 milioni l’anno per la scienza italiana e  quindi per l’Italia.

 

Se si vuole evitare che la ricerca si sviluppi in modo distorto nei vari Paesi europei, le politiche nazionali devono essere coerenti tra di loro e garantire  una ripartizione equilibrata delle risorse.

 

A quest’indirizzo potete trovare la petizione, pubblicata sul sito Change.org:

 

https://www.change.org/p/salviamo-la-ricerca-italiana

 

A questo indirizzo trovate, invece, il gruppo Facebook “Salviamo la Ricerca Italiana”, che ha diffuso l’appello sui social:

 

https://www.facebook.com/groups/475598132648344/