A Padova “molti lavoratori precari costretti a farsi prestare i soldi dai genitori per pagare le bollette”. Lo stanziamento di appena 64,1 milioni di euro, attraverso la Legge di Stabilità che ha attuato un’ulteriore “stretta” alle supplenze brevi, si sta rivelando largamente insufficiente rispetto al fabbisogno: invece di stanziare più fondi per l’accertato aumento di contratti stipulati dai dirigenti scolastici, il Governo ha pensato bene di fare cassa risparmiando sul prezioso apporto che quotidianamente tanti precari svolgono per sopperire all’assenza del personale di ruolo, garantendo il regolare svolgimento delle lezioni e delle attività scolastiche.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): si dimentica il fatto che il personale precario è spesso assunto lontano da casa, costretto ad anticipare diverse spese, come quelle per i viaggi, il vitto e l’alloggio nei pressi degli istituti dove si presta servizio. E il fatto che abbia stipulato un contratto per pochi giorni o a tempo determinato, come ha ricordato il 26 novembre scorso la Corte di Giustizia europea, non cambia l’obbligo del datore di lavoro di corrispondergli il compenso a fine mese. Ancor di più perché oggi si tratta di un processo di pagamento totalmente informatizzato. Basta con i soprusi nei confronti di chi già si vede assegnato lo stipendio più basso d’Europa.
Continua l’odissea professionale per migliaia di precari della scuola che da mesi, dopo aver regolarmente prestato il loro servizio di supplenza, non si vedono corrispondere lo stipendio: solo a Padova, è notizia di oggi, sono 300 in questa situazione, con “molti lavoratori precari costretti a farsi prestare i soldi dai genitori per pagare le bollette”. E la stessa situazione paradossale si sta vivendo in tutte le province italiane.
Lo stanziamento di appena 64,1 milioni di euro, attraverso la Legge di Stabilità che ha attuato un’ulteriore “stretta” alle le supplenze brevi, si sta quindi rivelando largamente ridotto rispetto al fabbisogno effettivo di fondi necessari. A fronte di un incremento delle supplenze, confermato anche dai dati ufficiali emessi dall’amministrazione, che pochi giorni fa ha rilevato un aumento dell’11% del numero di contratti a tempo determinato nel periodo settembre – novembre 2014, il Governo ha pensato bene di fare cassa risparmiando sul prezioso apporto che quotidianamente tantissimi precari svolgono, a rotazione, negli 8.400 istituti italiani per sopperire all’assenza del personale di ruolo, garantendo il regolare svolgimento delle lezioni e delle attività scolastiche.
“Come sindacato – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – non possiamo che biasimare la decisione del Governo di assumere i precari senza avere risorse certe per i loro stipendi. Non può essere questa la buona scuola cui fa riferimento l’Esecutivo: nessuno Stato moderno può ledere i diritti del personale che assicura il funzionamento delle sue scuole. Non dobbiamo dimenticarci che il personale precario è spesso assunto lontano da casa: si deve quindi anticipare diverse spese, come quelle per i viaggi, il vitto e l’alloggio nei pressi degli istituti dove si presta servizio. E il fatto che abbia stipulato un contratto per pochi giorni o a tempo determinato, come ha ricordato anche il 26 novembre scorso la Corte di Giustizia europea, non cambia l’obbligo del datore di lavoro di corrispondergli il compenso a fine mese. Ancor di più perché oggi si tratta di un processo di pagamento totalmente informatizzato”.
“Il danno prodotto nei confronti di questi docenti e Ata precari – continua Pacifico – è inoltre doppio, visto che il loro stipendio rimane tra i più bassi in Europa e privato degli scatti di anzianità. Basta ricordare che un docente di ruolo laureato della nostra scuola secondaria di secondo grado, dopo 15 anni di servizio, percepisce neanche 27mila euro lordi, mentre un docente con la stessa anzianità che opera però in Germania può contare su quasi 70mila euro annui. Considerando poi il blocco stipendiale protratto fino al 2018, che colpirà la scuola come tutta la PA, e l’ipotesi del Governo di ridurre gli scatti di anzianità dell’80 per cento, per i supplenti della scuola il prossimo triennio si prevede ancora più fosco”.
Il sindacato, inoltre, ricorda al Governo che la soluzione a questo problema non può essere quella, già prevista dalle linee guida di riforma contenute nella “Buona Scuola”, di eliminare le supplenze assegnando ore di straordinario al personale in servizio dietro pagamento dal fondo d’istituto (684 milioni da ascrivere al Miglioramento dell’Offerta Formativa, il Mof), peraltro ridotto già oggi di oltre la metà dei fondi del 2011, a seguito degli ultimi interventi contrattuali (CCNL 2013, CCNL 2014): perché l’organico funzionale è tale rispetto alla funzionalità della didattica, quindi all’ampliamento dell’offerta formativa, e non di certo alla sostituzione del personale assente. Con questa mossa incauta, il decremento del servizio scolastico sarebbe certo.
Alla luce di tutto ciò, Anief conferma che il personale, docente e Ata, interessato a far valere il diritto del pagamento dello stipendio in tempi congrui può inviare apposito modello di diffida e messa in mora, messo a disposizione dall’Anief, direttamente alla scuola dove attualmente presta servizio. Qualora l’amministrazione, a seguito della ricezione della diffida, non provveda entro 8 giorni a corrispondere le somme dovute, Anief inviterà gli interessati a segnalarlo alla casella e-mail stipendi.supplenti@anief.net al fine di stabilire le conseguenti strategie legali.
Per completezza, riportiamo i commi 695-696 del testo dii Legge di Stabilità 2015, come licenziato dal Parlamento e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, all’articolo 1.
695. Per garantire il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario e’ autorizzata la spesa nel limite di 64,1 milioni di euro, per l’anno 2014. Nelle more dell’adozione del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di assegnazione dei fondi, lo stesso Ministero e’ autorizzato, sulla base delle vigenti procedure, ad ammettere al pagamento entro i predetti limiti le spese per supplenze brevi e saltuarie anche in deroga all’effettiva disponibilita’ delle suddette somme sui pertinenti capitoli e piani gestionali.
696. Il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca provvede al monitoraggio trimestrale delle spese per supplenze brevi e saltuarie del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario, comunicando le relative risultanze al Ministero dell’economia e delle finanze — Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato entro il mese successivo alla chiusura di ciascun trimestre. Nel caso in cui si verifichino scostamenti rispetto al fabbisogno previsto, il Ministro dell’economia e delle finanze su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, e’ autorizzato ad apportare le necessarie variazioni compensative tra le risorse iscritte in bilancio per le spese di funzionamento delle istituzioni scolastiche e quelle relative al pagamento delle supplenze brevi e saltuarie.
FONTE: ANIEF – Associazione Sindacale Professionale