“Da qui al 22 febbraio bisogna entrare nel merito dei provvedimenti normativi sulla scuola”, ad affermarlo il primo Ministro Renzi a Roma, durante il Seminario PD sulla riforma.
Slitta tutto di un mese, i provvedimenti sulla riforma della scuola prenderanno vita dopo il 22 febbraio, ad un anno dall’insediamento del Governo Renzi.
Provvedimenti che erano attesi, in realtà, a partire dalla metà di gennaio, ipotizzando il 15 come data per i primi interventi. Innanzitutto, il piano di assunzioni che sarà finanziato con la Legge di stabilità ormai in dirittura d’arrivo.
Altre questioni risultano impellenti, come ad esempio l’organico funzionale che dal 2015/16 dovrà gestire tanta parte della vita delle scuole, dalle supplenze agli incarichi.
Certo è che le parole di Renzi al seminario del Partito Democratico svoltosi questo sabato a Roma, lasciano intendere ancora un progetto che deve essere fortemente limato, soprattutto per quanto riguarda alcuni punti caldi.
“Da qui al 22 febbraio – ha affermato Renzi – dovremo trovare le formule per raccontare le esperienze e le critiche alla buona scuola. Di queste ultime ce ne sono … gli scatti … il 66% … le cose vanno cambiate, perché no.”
Parole che mostrano una apertura, in realtà già ampiamente anticipata dalla nostra testata, per quanto riguarda il tema caldo degli scatti stipendiali che hanno visto il mondo della scuola sollevarsi fino alla consegna di ben 300mila firme che bocciavano il progetto del Governo.
Nessuna informazione, invece, trapela per quanto riguarda le modifiche apportate, che, comunque, se di processo democratico si vuol parlare, dovrebbero essere sottoposte nuovamente al vaglio dei docenti e dell’opinione pubblica, prima di essere accolte come definitive dal Governo. Il messaggio dello scontento da parte dei docenti è comunque giunto forte e chiaro. Merito secondo Renzi: tagli agli stipendi da 26 a 45 euro mese, 72 per i nuovi docenti. 88% utenti dice no.
“Dal 22 febbraio – ha continuato Renzi – il passaggio è di entrare nel merito delle questioni. E trovare le formule per cui tutti i provvedimenti e il dibattito abbiano la stessa cirfra di un coinvolgimento e partecipazione.”
Uno slittamento, dunque, per l’attuazione della riforma, che vede l’assunzione dei precari come primo motore e le cui operazioni prevedono una serie di step che dovranno essere svolti, a partire dal censimento di dicembre.
Insomma, i precari possono attendere? E’ anche probabile che l’avvio delle procedure per le 150 mila assunzioni, così come l’avvio del concorso a cattedra, non rientrerà nei provvedimenti di febbraio, ma che già a gennaio vedano la luce. Dato che le assunzioni hanno già copertura finanziaria e l’avvio del nuovo concorso per il 2015 possa essere slegato dal resto della riforma.
Al piano assunzioni, però, è legato anche l’organico funzionale per il quale, da più parti, si è invocato l’intervento normativo. A meno che non abbia ragione il Ministro Giannini, secondo la quale non è necessario modificare la legge per avviare il piano di assunzioni.
FONTE: Orizzonte Scuola (www.orizzontescuola.it)
AUTORE: Paolo Damanti