Il nuovo sistema di pagamento delle supplenze prevede l’obbligo di pagamento degli stipendi entro al massimo 30 giorni dalla fine del mese in cui si è svolto il servizio. Ad esempio – comunica il Ministero – se un insegnante ha fatto 15 giorni di supplenza nel mese di ottobre dovrà attendere al massimo fino alla fine di novembre per vedere accreditata la propria retribuzione. La procedura avrà tempi scanditi per ciascun passaggio. È previsto anche il monitoraggio dell’efficacia del nuovo sistema.
Tempi certi per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale scolastico. Li prevede il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato oggi di concerto con il Ministro dell’Istruzione e il Ministro dell’Economia.
“Finalmente diamo sicurezze sui pagamenti ai docenti e un sistema di regole definito alle scuole”, commenta il Ministro Stefania Giannini. “Si tratta di una vera e propria svolta che eviterà che si ripeta di nuovo quanto accaduto troppe volte in passato. E cioè che chi lavora con contratti a termine nelle nostre scuole, solo perché supplente, riceva con ritardo quanto gli è dovuto”.
“Con questo decreto abbiamo dato ascolto alle esigenze degli insegnanti – aggiunge il Sottosegretario Davide Faraone -. Abbiamo ribadito che non facciamo in alcun modo distinzioni tra insegnanti di serie A o di serie B. Ancora una volta, stiamo dando alle scuole un segnale di riconoscimento dell’importanza della professionalità di ogni insegnante”.
Cosa cambia? Finora non esisteva una scadenza limite per il pagamento dei supplenti. Con le nuove regole scatta l’obbligo di pagamento degli stipendi entro al massimo 30 giorni dalla fine del mese in cui si è svolto il servizio. Ad esempio, se un insegnante ha fatto 15 giorni di supplenza nel mese di ottobre dovrà attendere al massimo fino alla fine di novembre per vedere accreditata la propria retribuzione. La procedura avrà tempi scanditi per ciascun passaggio. È previsto anche il monitoraggio dell’efficacia del nuovo sistema.
E’ un bene? Sicuramente sì, dato che negli anni scorsi i pagamenti avvenivano in maniera non regolare anche a distanza di mesi. A volte chi iniziava a lavorare a settembre aspettava anche gennaio per i primi pagamenti, con un continuo rimbalzo di responsabilità tra Miur e MEF, in cui le segreterie scolastiche ci “mettevano la faccia” e i supplenti, docenti ed Ata, disperati, tentavano di risolvere il proprio caso personale.