Portare l’età di obbligo scolastico da 16 a 18 anni: al ministero dell’Istruzione ci stanno lavorando, anzi un primo tentativo è già concreto.
L’annuncio è arrivato dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, intervenuta il 19 luglio a Palermo, nell’aula magna della scuola Giovanni Falcone nel quartiere Zen, dove nei giorni scorsi è stato sfregiato il busto in gesso che ritraeva il magistrato ucciso 25 anni fa.
“Nel provvedimento in corso di discussione al Senato sul Mezzogiorno – ha detto la Fedeli – il ministero dell’Istruzione ha fatto inserire programmi per superare la povertà educativa, perché lo sviluppo economico è dato anche qualità delle competenze. Nel secondo provvedimento sul nuovo reddito di inclusione che è in discussione nelle commissioni competenti di Camera e Senato abbiamo fatto inserire che se si hanno figli al di sotto di 18 anni devono essere mandati a scuola, perché cultura e istruzione servono alla vita delle persone“.
Si ricorda che il Reddito di inclusione (denominato Rei), viene riconosciuto alle famiglie con un Reddito (vale l’ISEE), “non superiore a 6.000 euro” e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro.
Quindi, la ministra fa intendere che lo slittamento dell’obbligo formativo, oggi sino a 16 anni, riguarderebbe di sicuro le fasce sociali più a rischio di abbandono scolastico. Forse, ma su questo punto non abbiamo conferme, potrebbe essere esteso a tutti, quindi prescindendo dal ceto sociale e dal reddito.
Nel corso dell’intervento, la ministra ha tenuto a dire: “era giusto essere qui oggi per ricordare Paolo Borsellino e per i fatti dei giorni scorsi. Però sono venuta anche quando non c’erano i fotografi e le telecamere. Dobbiamo puntare sulle cosiddette scuole di periferia, dove c’è qualità, rendendole prioritarie, con ambiente innovativi per un’istruzione innovativa. Bisogna puntare su questo perché diventino scuola di eccellenza”.