nuovo-contratto-dirigenti-scolasticiNuovo Contratto Dirigenti Scolastici: cosa è cambiato? Ecco i cambiamenti a seguito della firma di Aran ed organizzazioni sindacali. Coinvolti circa 7.800 dirigenti dell’Area Istruzione e Ricerca.


Dopo un anno di attesa rispetto ai docenti e professori universitari i dirigenti scolastici e il personale dirigente del comparto Università e Ricerca ottengono il rinnovo del contratto relativo al triennio 2016-2018.

 

Aran e Organizzazioni sindacali hanno firmato a fine anno il contratto collettivo nazionale di lavoro relativa al nuovo contratto collettivo nazionale dei circa 7.800 dirigenti dell’Area Istruzione e ricerca (Scuola, Università e aziende ospedaliero-universitarie, Enti di ricerca) di cui 7.448 dirigenti scolastici e Afam (ex Presidi). Si tratta, come per gli altri contratti della Pa, del primo rinnovo del settore dirigenza siglato dopo un lungo periodo di sospensione dei rinnovi contrattuali.

 

L’intesa, firmata da tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali presenti al tavolo negoziale, si riferisce agli anni 2016, 2017 e 2018 e contiene al suo interno l’allineamento definitivo della retribuzione di posizione parte fissa della dirigenza scolastica ai valori riconosciuti alle altre figure dirigenziali.

 

Complessivamente l’intesa prevede un incremento della retribuzione per l’intero triennio pari a 160,00 euro/mese articolato in una rivalutazione dello stipendio in misura pari a 125,00 euro/mese a regime, un incremento di 10,00 euro/mese per la retribuzione di posizione e un incremento di 25,00 euro/mese dei fondi destinati alla retribuzione di risultato, finalizzati a remunerare i risultati conseguiti da ciascun dirigente.

 

Sono state previste, inoltre, soglie percentuali sia con riferimento all’entità del premio sia con riferimento al numero massimo di coloro che riceveranno il premio più elevato.

 

Così a seguito dell’intesa i dirigenti scolastici a regime guadagnano un aumento del tabellare a 45.260,73€ annui lordi e la retribuzione di posizione minima a 12.565,11€ (coincidente con la retribuzione di posizione parte fissa) fino ad un massimo di 46.134,81€ annui erogata per 13 mensilità. Cifre analoghe riguardano i dirigenti di università e aziende ospedaliero-universitarie e ai dirigenti di II fascia di enti di ricerca ed Asi.

 

I dirigenti di prima fascia di enti di ricerca ed Asi vedono, invece con l’incremento di 160 euro/mese il tabellare salire a 57.892,87€  annui e la retribuzione di posizione fissa a 37.593,2 euro annui.

 

La parte normativa

 

Sotto il profilo normativo, è stata elaborata una nuova disciplina per alcuni istituti del rapporto di lavoro tra cui un nuovo dettato normativo per le assenze per gravi patologie che necessitano di terapie salvavita. Di particolare rilevanza, è, inoltre, l’introduzione della disciplina delle ferie solidali, che consente ai dipendenti con figli minori in gravi condizioni di salute, che necessitino di una particolare assistenza, di poter utilizzare le ferie cedute da altri lavoratori.

 

Altre novità rilevanti riguardano le tutele introdotte per le donne vittime di violenza le quali, oltre al riconoscimento di appositi congedi retribuiti, potranno avvalersi anche di una speciale aspettativa. Da segnalare anche l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio e la ricezione del nuovo codice disciplinare.