testo, precari, tfa, scuolaOggi i titoli di alcune testate giornalistiche non specializzate sono allarmanti circa la realizzazione del piano di assunzioni straordinario previsto per settembre 2015. Tempi troppo stretti, i continui rinvii della discussione al Senato non fanno bene ad un provvedimento ancora ampiamente contestato.

 

Il testo del DDL Scuola è composito e abbraccia moltissimi argomenti, e per questa ragione già dal mese di marzo sono stati numerosi gli appelli allo scorporo del decreto assunzioni, per garantire gli insegnanti in cattedra dal 1° settembre.

 

Proposta sempre bocciata finora dalla compagine governativa, che ha difeso l’impianto unitario del DDL. Con le parole “la scuola non è un ufficio di collocamento” è stata portata avanti l’idea che le 100mila assunzioni sono possibili solo realizzando l’organico dell’autonomia, ossia i posti del potenziamento dell’offerta formativa.

 

Su questo punto, negli ultimi giorni si è scatenata una battaglia politica. Il Miur infatti sembrava intenzionato a portarsi avanti con i lavori, e di fatto l’USR Abruzzo aveva già emanato una nota in cui invitava i Dirigenti Scolastici a deliberare sulla richiesta di posti per il potenziamento (specificando le singole classi di concorso). Nota ritirata, dal momento che la delibera approvata su una legge ancora inesistente potrebbe non avere validità.

 

Di fatto però i posti vacanti e disponibili sono 50.000 (il numero completo lo avremo il 16 giugno, ad oggi conosciamo i numeri per infanzia, primaria, secondaria di I grado). Gli altri 50.000 devono essere creati, e se la riforma non sarà approvata in tempi ragionevoli va da sè che tale tranche di assunzioni potrebbe veramente slittare.

 

Una soluzione in effetti potrebbe ancora essere rappresentata dalla cosidette nomine giuridiche (sempre esistite per la lentezza e la difficoltà con cui gli Uffici Scolastici compiono le operazioni di assunzioni, anche con numeri di assunzioni molto più esigui).

 

Nomina giuridica significa che l’individuazione per il ruolo non arriva entro il 31 agosto, ma in data successiva. Per questo motivo il posto di fatto non esiste, o potrebbe essere occupato da un supplente), per cui dal punto di vista giuridico (quindi ai fini della pensione, della ricostruzione di carriera) è valido il 1° settembre dell’anno in cui si viene individuati per il ruolo, ma a fini economici l’assunzione scatta nell’anno successivo. Nulla vieta naturalmente di essere destinatari di supplenza o altra attività lavorativa durante quell’anno scolastico.

 

Dunque, le nomine giuridiche potrebbero ancora salvare la situazione, sempre che i collegi dei docenti siano disposti a deliberare nel mese di luglio.

 

Un altro aspetto sul quale è importante porre l’attenzione è il possibile slittamento del meccanismo di attribuzione degli incarichi ai docenti da parte dei Dirigenti (quella conosciuta come “chiamata diretta”).

 

Sarebbe folle pensare ci sia il tempo per mettere su questo meccanismo entro il prossimo 1° settembre. Più verosimile invece che ancora per quest’anno le nomine siano regolate con l’attribuzione della sede da parte dell’Ufficio Scolastico in base al punteggio di graduatoria, rimandando all’anno successivo il nuovo procedimento.

 

Tale scelta, determinata innanzitutto dai tempi, servirebbe anche a buttare acqua sul fuoco delle polemiche, in modo da non concentrare nello stretto giro di pochi mesi troppe novità che sconvolgono l’attuale sistema scolastico.

 

Ma intanto la partita più importante è quella di poter assicurare le 100.701 assunzioni, sulle quali non è stato ancora raggiunto l’accordo definitivo sulle categorie interessate.

 

La discussione degli emendamenti in Senato avverrà a partire da lunedì 15 giugno.