Ha fatto discutere, arrivando fino alle cronache nazionali, la decisione di un’amministrazione comunale di introdurre un pasto alternativo, a base di pane con l’olio e frutta, ai bambini e ragazzi di famiglie che, dopo un mese di solleciti, continuano ad essere morose nel pagamento del servizio mensa.
La prima cittadina di Montevarchi Silvia Chiassai, da poco insediatasi in Toscana con una giunta di centrodestra, ha rilevato un buco di bilancio da 500mila Euro e per questo ha deciso di attuare una strategia di ‘richiamo’ che come estrema ratio ha portato alla riduzione del pasto per i bambini: pane e olio, frutta ed acqua. La sindaca è stata accusata di non comprendere le nozioni basilari della psicologia e della nutrizione.
Obbligare alcuni alunni a non consumare un pasto equilibrato e adeguato allo loro età per le colpe dei genitori, non fa solo male al corpo ma pure alla psiche. «È una discriminazione, un’intollerabile nemesi storica», hanno detto a gran voce pedagogisti, insegnanti, cittadini e rappresentanti di alcuni partiti.
Intervenuta, in queste ore, anche la Ministra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli:
“ Un’amministrazione comunale che risolve i problemi di pagamento del servizio mensa scolastico danneggiando bambine e bambini è da condannare – ha detto – . È paradossale che, di fronte a buchi di bilancio, siano le alunne e gli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola primaria a pagare”.
“Le discriminazioni e le emarginazioni – ha aggiunto – non appartengono a questa istituzione. Mi auguro che la sindaca si attivi immediatamente per risolvere la questione seguendo altre e più opportune strade”.