La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha riconosciuto legittimo il licenziamento dell’insegnante aggressivo che non osserva le disposizioni dei superiori e mostra atteggiamenti minacciosi, denigratori e di contrasto nei confronti di colleghi e studenti.


Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni giuridiche che rendono legittima la sanzione disciplinare espulsiva adottata nei confronti dell’insegnante.

Il caso del docente licenziato per atteggiamenti aggressivi e denigratori

Inosservanza delle disposizioni superiori ed atteggiamenti aggressivi, denigratori e offensivi nei confronti degli alunni e dei colleghi legittimano il licenziamento del docente, assunto tramite concorso e con contratto a tempo indeterminato. Questa la decisione presa dalla Cassazione Civile, Sezione Lavoro, lo scorso 14 giugno 2024, con Sentenza n. 11634. Ecco nel dettaglio come si è svolto l’iter processuale.

Dopo aver preso atto del provvedimento espulsivo nei suoi confronti, il docente ha presentato ricorso in Tribunale lamentando l’assenza di prove oggettive delle accuse e la tardività nella presentazione delle stesse che, secondo l’insegnate, non erano mai state contestate nell’immediato.

Il giudice di I grado ha accolto il ricorso presentato dal docente, ha annullato il licenziamento e reintegrato  l’uomo in servizio. Con una successiva e contrastante pronuncia la Corte d’Appello territoriale ha ribaltato nuovamente la situazione: il Tribunale di II grado ha  ritenuto valido il provvedimento espulsivo e condannato il docente a restituire i compensi percepiti dopo il reintegro.

L’uomo ha deciso così di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, l’ultimo organo della giurisdizione civile e penale, le cui decisioni sono definite. La Suprema Corte, con Sentenza n. 11634 del 24 giugno 2024, ha respinto il ricorso e la tesi difensiva avanzata dall’insegnate nel corso del processo. Il licenziamento predisposto dalla dirigenza scolastica ai sensi dell’art 55 quater, comma 1 lett. e) e f – bis), D. Lgs. n. 165/2001 è stato così definitivamente giudicato legittimo e non più inappellabile.

Le motivazioni della Corte di Cassazione che legittimano la sanzione

La Corte di Cassazione ha giudicato legittimo il licenziamento sulla base delle seguenti motivazioni:

  • la cattiva condotta del docente, reiterata nel tempo, rientra nella fattispecie descritta dall’art. 498 Decreto Legislativo n. 297/1994 che prevede la destituzione del docente per atti che siano in grave contrato con i doveri inerenti all’esercizio della funzione di insegnate e che ledono il rapporto di fiducia che intercorre tra docenti e alunni, tra gli insegnati stessi.
  • La mancata osservanza delle direttive impartite dalla dirigenza scolastica comporta inoltre una grave violazione del codice di comportamento, tale da configurare la fattispecie di cui all’ 55 quater comma 1 lett. e) e f-bis) del D. Legislativo n. 165/2001

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.

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Fonte: articolo di Martina Pietrograzia