A pochi giorni dall’avvio delle lezioni, una scuola ogni cinque sta per essere affidata dagli Uffici regionali alla gestione di dirigenti e Dsga di altre istituti. E in tutte le sedi mancherà anche il vicario, la storica e preziosa figura cancellata nell’ultima Legge di Stabilità per risparmiare un pugno di milioni di euro.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal-Confedir): l’esito del nuovo anno scolastico si presenta a dir poco problematico. Perché è vero che con le nuove norme sono previsti tre membri dello staff a sostegno del dirigente scolastico, ma nessuno con la funzione di vicario. Con l’aggravante che si impianterà con un anno di ritardo. Urge l’avvio di un concorso per presidi e direttori dei servizi generali ed amministrativi.
Quello che doveva essere l’anno del rilancio della scuola pubblica, si sta sempre più trasformando in un calvario per studenti, famiglie e personale. Alle tante problematiche e ingiustizie attuate sul fronte delle assunzioni, che di fatto vedrà realizzate la metà delle 103mila assunzioni, quelle del potenziamento, solo a settembre 2016, e nemmeno una per il personale Ata, va aggiunto lo stato di abbandono dirigenziale in cui sono stati lasciati oltre 1.700 istituti autonomi più altri 500 sottodimensionati: in pratica, una scuola su cinque passerà l’anno scolastico senza il preside, il suo vicario e nemmeno il direttore dei servizi generali ed amministrativi.
Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la riforma della scuola ha infatti lanciato un “paracadute” solo per una parte dei tanti vincitori di concorso rimasti in stand by per via delle irregolarità amministrative accertate nello svolgimento delle ultime prove selettive: la Legge 107/2015, dal comma 87 in poi, ha dimenticato tutti i docenti vincitori e idonei che, dopo aver partecipato al concorso emesso dal Miur nell’estate del 2011, hanno oggi ancora attivo, in primo o secondo grado, un ricorso in tribunale. Solo alcune centinaia di docenti diventeranno presidi, dopo aver svolto dei corsi intensivi avviati dall’amministrazione, mentre gli altri sono stati clamorosamente abbandonati al loro destino. Oltre a tutelare la loro posizione, rivendicando al giudice anche per loro l’assorbimento nei quadri dirigenziali, Anief torna quindi a chiedere pubblicamente l’avvio celere di un nuovo concorso per dirigenti.
Lo stesso concorso che si attende da quasi vent’anni per il Dsga, la figura professionale, che tra le altre cose gestisce i bilanci delle scuole e il personale Ata, valorizzata solo dalle norme ma mai nei fatti: ad oggi, infatti, questo ruolo continua ad essere coperto dall’abnegazione di migliaia di assistenti amministrativi, che senza nemmeno la dovuta preparazione (e nemmeno gli adeguati compensi) vengono caricati di responsabilità enormi e compiti complessi. Per superare questa situazione di stallo, Anief ha avviato una specifica azione giudiziaria per far avviare le procedure per l’indizione del concorso per il profilo di Dsga, le cui adesioni on linesono aperte fino al prossimo 15 settembre.
Il giovane sindacato, infine, torna a chiedere la soppressione della norma, prevista dall’ultima ex Legge Finanziaria, di cancellazione degli esoneri e semiesoneri per i vicari dei presidi. Se non vi saranno misure riparative, spariranno nel nulla dei docenti seri professionisti che hanno coordinato il servizio scolastico, quasi sempre senza l’apporto diretto del preside, pur essendo stata loro negata quell’indennità di reggenza spettante al 50% nel sostituire il dirigente scolastico per più di 15 giorni o si riceve l’incarico di reggere uno o più plessi (anche su questo fronte Anief ha deciso di rivolgersi ai giudici per recuperare il maltolto). Una decisione che ha lasciato, tra l’latro, in pericolosissima solitudine i dirigenti, i quali da settembre si ritroveranno a gestire, senza i collaboratori diretti, una media di 5-6 sezioni distaccate a testa, collocate spesso anche a decine di chilometri di distanza l’una dall’altra.
“Per i vicari dei presidi abbiamo assistito ad un decadimento professionale continuo: prima il blocco dell’indennità di reggenza dal 2010, poi l’assegnazione di miseri riconoscimenti con il fondo d’istituto, ora la cancellazione del ruolo e il ritorno in classe. Con tutte le problematiche che proprio in queste ore stanno emergendo”, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal.
“Con questi presupposti, per la direzione delle scuole siamo davvero preoccupati. Perché è vero che con le nuove norme sono previsti tre membri dello staff a sostegno del dirigente scolastico, ma nessuno con la funzione di vicario. Con l’aggravante che i docenti, da cui pescare i nuovi collaboratori, si impianteranno con un anno di ritardo. Il potenziamento dell’organico dell’autonomia, infatti, da deliberare attraverso il Collegio e il piano triennale dell’offerta formativa nel prossimo autunno, sarà realizzato concretamente solo dal 2016: per quest’anno, le nomine arriveranno solo a livello giuridico. Per questo i presidi saranno chiamati a gestire da soli, spesso con l’amministrativo facente funzioni di Dsga, più di 42 mila plessi. Contraddicendo – conclude Pacifico – tutte le dichiarazioni ministeriali di buoni intenti sull’avvio di una vera scuola autonoma anche in Italia”.