istituti-professionali-nuovi-percorsiIstituti Professionali, nuovi percorsi di studi. Ecco il Resoconto dell’incontro tra l’Amministrazione e le organizazioni sindacali.


Si è riunito il primo tavolo di verifica e confronto tra Amministrazione e OO.SS. sul tema della riforma in atto degli Istituti professionali, dopo esplicita richiesta fatta dalle OO.SS. al Capo di Gabinetto nella riunione sulle relazioni sindacali.

Per l´Amministrazione erano presenti la Dott.ssa Palermo e il Dott. Proietti.

Il Dott. Proietti, avvalendosi anche di una serie di slide, ha delineato i caratteri fondamentali della riforma che nasce dalla Legge 107/15 e dal D.Lgs. 61/17 di attuazione della Buona Scuola.

Come è noto, la riforma ha avuto successivi provvedimenti di attuazione: il Regolamento 24 maggio 2018 (regolamento fondamentale per l´attuazione della riforma), il Decreto 17 maggio 2018 di raccordo tra Istituti Professionali (IP) e IeFP (Formazione Professionale regionale), e l´accordo Stato Regioni per il passaggio tra IP e IeFP D.M 427 22/5/2018. Da rimarcare il fatto che mancano ancora il DM con le Linee Guida previsto dal D.Lgs.61/2017.

La riforma

La riforma ha come elementi caratterizzanti la flessibilità dei percorsi, l´individualizzazione dei percorsi, l´esistenza di passerelle tra IP e IeFP e viceversa e l´assetto didattico basato su assi culturali. Nel Decreto 61/17 le parole chiave sono:

– la ridefinizione indirizzi di studio
– l´innovazione dei profili e delle metodologie didattiche
– la personalizzazione dell´apprendimento fondata sulla centralità dello studente in un ambiente di apprendimento specifico
– l´aggregazione delle discipline per assi culturali
– la didattica laboratoriale con l´aumento delle ore di laboratorio e gli ITP
– l´introduzione delle UDA (unità di apprendimento) declinate per gruppi di insegnamento che determinano la necessità di un approccio cooperativo dei contenuti per le competenze comuni
– la flessibilità dei percorsi legate alle esigenze territoriali e delle Regioni
– la correlazione con i territori e il modo del lavoro utilizzando i codici ATECO
– la riconduzione a 11 indirizzi della complessità dell´IP precedente al Decreto 61. In particolare sono state evidenziate le novità dell´indirizzo relativo alla pesca commerciale, alla gestione delle acque e risanamento ambientale, ai servizi culturali e dello spettacolo.

Istituti Professionali, nuovi percorsi di studi

I percorsi sono declinati inoltre mediante i codici NUP (nomenclatura e classificazione delle unità professionali). Il titolo di studio dovrà quindi contenere sia il codice ATECO che il codice NUP. Nel 2023 ci saranno i primi diplomati con il nuovo ordinamento.

I dati relativi alle iscrizioni dell´a.s. 2018-19 vedono gli IP al 19% del totale con 512.702 studenti, di questi il 45% sono gli iscritti negli IP enogastronomici.

Rimane la possibilità per le scuole di avvalersi della quota di flessibilità del 20% nel biennio (20% ogni anno). Per il buon funzionamento della riforma sono state costituite le reti gli IP di concerto con gli IeFP di scuola che dovrebbero accompagnare i singoli istituti nell´applicazione del provvedimento.
Le scuole potranno quindi applicare i percorsi già definiti negli anni precedenti, oppure creare nuovi percorsi (per esempio liuteria, ceramica di Capodimonte, ecc.)

Stanziamenti

L´Amministrazione ha ricordato che sono stati stanziati 47 milioni per nuovi docenti ITP e 80 milioni per il potenziamento laboratori (finanziati con PON, POR, ecc.)

La delegazione della Gilda degli Insegnanti, dopo la disanima della riforma fatta dall´Amministrazione, ha espresso le seguanti osservazioni critiche:

– La riforma si basa sul concetto di unitarietà del primo biennio, ma ciò non sembra essere stato recepito in sede di definizione degli organici. In particolare si fa riferimento alla penalizzazione delle ore di storia. In generale si rischia la creazione di soprannumerarietà a causa della riduzione delle ore dedicate all´area generalista. Tale problema deve essere urgentemente affrontato anche con la Direzione del Personale.
– Di fronte alla possibilità di disequilibri nella definizione degli organici è necessario che la quota di personale assegnato come potenziamento alle scuole sia effettivamente funzionale alle esigenze del PTOF delle scuole.
– La Gilda rimarca il fatto che la costruzione dei PFI e l´obbligatorietà del tutor individualizzato determina un aumento esponenziale dei carichi di lavoro dei docenti senza che ciò abbia alcun riconoscimento contrattuale. Non si possono fare le riforme sulle spalle dei docenti senza adeguati riconoscimenti del lavoro svolto. Non è un caso che si sta assistendo ad una fuga di molti docenti dagli Istituti Professionali che già erano segnati da una serie complessa di problematiche non solo didattiche, ma anche sociali.
– La Gilda ribadisce le sue perplessità su un assetto didattico fondato su assi culturali e UDA senza che vi sia stata adeguata formazione e informazione ai docenti.
– La Gilda ha richiesto all´Amministrazione i dati analitici delle iscrizioni su base territoriale e per indirizzi per analizzare i trend futuri e gli effetti della riforma in atto. Risulta infatti per l´a.s. 2019-20 un ulteriore decremento delle iscrizioni dello 0,4%.
– La Gilda ha richiesto unitariamente alle altre OO.SS. la calendarizzazione di incontri specifici sull´istruzione professionale insieme alla Direzione del Personale e ai responsabili d rete per monitorare i problemi esistenti e per trovare soluzioni anche in sede di mobilità all´eventuale esubero.

In merito alla richiesta formulata dalla nostra delegazione sulla possibilità o meno di non ammettere lo studente all´anno successivo (senza aspettare la conclusione del biennio) l´Amministrazione la chiarito che il consiglio di classe può ammettere alla classe successiva, o ammettere con revisione del PFI o non ammettere alla classe successiva. Ma purtroppo, mancando le linee guida, mancano anche le indicazioni operative per gli scrutini finali. Serve un intervento urgente del MIUR.