L’Invalsi ha comunicato i dati della partecipazione alla rilevazione Invalsi svolta nella scuola primaria ieri 6 maggio nelle classi II e V della scuola primaria per l’Italiano. Oggi la prova di Matematica.
Il grado di partecipazione delle classi alla prova d’Italiano per la classe II e V primaria – conclude l’Invalsi – è tale da garantire la significatività della rilevazione sia per le classi campione sia per quelle non campione.
In effetti la percentuale di partecipazione è molto alta, tuttavia il dato grezzo non dice nulla sulla composizione delle classi che hanno partecipato.
L’Istituto Invalsi afferma infatti:
“Le prove hanno coinvolto rispettivamente circa 529 e 532 mila studenti delle classi II e V primaria”, ma non specifica se questo è il numero reale dei partecipanti o il numero di coloro che avrebbero potenzialmente potuto partecipare alle prove.
Ci risulta infatti che in alcune classi (certo non possiamo quantificarle) la partecipazione degli alunni sia stata molta ridotta, anche solo di uno o due bambini. Se è nostra convinzione che comunque era corretto somministrare la prova a quei bambini, tale dato può essere riportato nella statistica? cioè, è stato contato come classe?
Ci piacerebbe invece che l’Invalsi ci dicesse a partire da quale percentuale di partecipanti in ogni singola classe la rilevazione può essere considerata utile a livello statistico. In definitiva, non sappiamo quindi se in quel 90% rientrino anche casi di classi con un solo alunno, e siano stati considerati “scioperanti” solo le classi in cui tutti si sono astenuti dalla partecipazione. Questo è il dato da chiarire.
Certo non possiamo fare affidamento a singole voci. Anche se, ad esempio in Sicilia, confermano l’adesione dei genitori alle proteste che in questi giorni stanno interessando il mondo della scuola. Aule deserte a Palermo e in provincia di Messina.
Non una vera e propria organizzazione, ma un coro di voci che attraverso i social ha raccolto il malumore anche delle famiglie nei confronti del sistema scolastico e se sono stati protagonisti insegnanti e personale ATA in occasione dello #sciopero5maggio, è la volta delle famiglie.
Risulta che a Palermo e Messina, prime città dalla quale arriva un dato significativo, molte aule scolastiche sono state deserte in segno di protesta verso una rilevazione di apprendimento non condivisa da una parte del mondo della scuola, e adesso anche dalle famiglie.
“Inutili e costose”, questo è il giudizio che viene dato su questo adempimento. E lo spostamento delle date di somministrazione, dal 5 al 6 maggio per evitare la coincidenza con la giornata di sciopero, ha dato -secondo i Cobas – ancora maggiore linfa alla protesta.
E il sindacato si è anche attrezzato con un agevole vademecum per spiegare sia ad insegnanti, che ai collaboratori scolastici, che ai genitori, come agire per far sentire la protesta.
Tuttavia, per ragionare sulla riuscita o meno della protesta sarebbe necessario conoscere i dati analitici delle singole classi.
Il mondo della scuola, innegabilmente, è in subbuglio. #noinvalsi potrebbe diventare ancora più consistente durante la giornata del 12 maggio, quando ad essere coinvolti sono gli studenti della secondaria di II grado.